Messina. Versace: "L'emergenza è finita, il covid no. In reparto occupato il 70% di posti letto" VIDEO

Messina. Versace: “L’emergenza è finita, il covid no. In reparto occupato il 70% di posti letto” VIDEO

Carmelo Caspanello

Messina. Versace: “L’emergenza è finita, il covid no. In reparto occupato il 70% di posti letto” VIDEO

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sabato 16 Aprile 2022 - 07:05

A colloquio con il direttore dell'Unità operativa dipartimentale di Medicina d'urgenza del Policlinico: "A breve 16 nuovi posti di Terapia intensiva. Ci sentiamo abbastanza tranquilli"

di Carmelo Caspanello
MESSINA – La guerra in Ucraina ha fatto passare in secondo piano il covid. L’emergenza sanitaria è cessata il 31 marzo, ma i ricoveri continuano. Anzi, a Messina nelle ultime due settimane si è registrata una impennata. E a causa del virus si continua anche a morire. Per fortuna di meno rispetto alla precedente ondata. L’attenzione resta alta. Nel reparto covid del Policlinico è occupato il 70% dei posti letto. In terapia intensiva, comunque, non si registra la pressione di fine anno. E si guarda al prossimo futuro con moderato ottimismo: infondono fiducia i 16 nuovi posti letto, in rianimazione, che saranno disponibili da fine aprile. Il professor Antonio Versace è direttore dell’Unità operativa dipartimentale di Medicina d’urgenza: il reparto covid. Lo stesso dove a ridosso delle scorse festività natalizie il personale sanitario è andato in affanno, ma ha affrontato la straordinarietà del momento con professionalità e spirito di abnegazione.

Professore, qual è la situazione in reparto?

“Diciamo che la situazione è quella che in realtà ci aspettavamo, perché la fine dell’emergenza covid, decretata il 31 marzo, non ha ovviamente fatto finire le infezioni da coronavirus. Ha fatto finire l’emergenza. Oggi ci troviamo con il 35-40% in più di pazienti rispetto al mese di marzo in quanto la liberalizzazione ha fatto sì che aumentassero i contagi. Abbiamo avuto molti più contagi tra i giovani, anche se ciò non rappresenta un problema, poiché la variante Omicron 2 non è molto aggressiva per loro. Ma i giovani portano queste varianti a casa, dove ci sono pazienti oncologici e onco-ematologici, soggetti fragili, che alla fine arrivano in ospedale con la polmonite da covid. Questa mattina abbiamo 84 pazienti tra degenza ordinaria e terapia intensiva”.

L’attenzione è un po’ calata. Qual è il suo consiglio?

“Non voglio essere catastrofico ma il futuro fa paura, perché andiamo incontro alle festività pasquali. Poi ci sarà il ponte del 25 aprile, a seguire il primo maggio. Ovviamente la gente ha voglia di evadere dopo due anni e mezzo di restrizioni ed è giusto che sia così, quindi molto probabilmente ci sarà un aumento dei ricoveri in una provincia, quella di Messina, dove il Policlinico ha dato un grosso contributo, sospendendo attività importanti legate alla gestione di pazienti con patologie diverse dal covid. Gli altri ospedali pure. La nuova riorganizzazione non mi sembra che possa sopportare ciò che si prevede, eventuali nuove ondate dopo questi giorni di festa”.

A ridosso dello scorso capodanno, professore, ci aveva “disegnato” la situazione al Policlinico di Messina nel pieno della quarta ondata, che vide il reparto covid attanagliato da una grande emergenza. C’era in affanno anche la Terapia intensiva, si parlò di reparto al collasso. Adesso qual è la situazione in terapia intensiva?

“Diciamo che siamo sul pezzo perché comunque siamo l’unica terapia intensiva a dare disponibilità a tutta la provincia di Messina. C’è una terapia sub intensiva all’ospedale Piemonte ma a breve chiuderà e verrà riconvertita in terapia intensiva e medicina d’urgenza no covid. Abbiamo il Papardo, che continua a lavorare, ma il territorio è abbastanza sguarnito da questo punto di vista. Da Tusa fino a Giardini Naxos quasi tutti i pazienti li prendiamo noi. So che a breve verranno aperti altri 16 posti di terapia intensiva e che sono posti dedicati al Policlinico dall’ente attuatore. Diciamo che ci sentiamo abbastanza tranquilli sia dal punto di vista di posti letto quanto dal punto di vista di assistenza. Il Policlinico non ha badato a spese per assumere medici con le dovute competenze”.

Ha parlato delle imminenti festività pasquali con un po’ di preoccupazione. Speriamo di non tornare più indietro. Guardiamo con speranza all’estate, periodo in cui questi coronavirus allenterebbero la morsa. Per l’autunno già si parla di quarta dose di vaccino. Una situazione in evoluzione, insomma.

“Non è vero che l’estate ci può portare sollievo. L’anno scorso nella settimana di ferragosto abbiamo dovuto riaprire quattro reparti. In Brasile, paese caldo, per fare un esempio, ci sono stati milioni di morti alle favelas con la variante brasiliana. Va bene che stiamo andando incontro ad una mutazione importante del virus e il mondo scientifico sta per tirare fuori vaccinazioni un po’ più durature, però il virus è sempre quello, dà sempre quelle infezioni, nei pazienti fragili dà sempre quegli effetti negativi della polmonite interstiziale. Oggi abbiamo tra i ricoverati non soltanto pazienti con polmonite, con problematiche respiratorie, ma anche pazienti che vengono per altri motivi. E dopo aver fatto il tracciamento, scopriamo che hanno il covid e magari finiscono nelle terapie intensive o sub intensive in base alle patologie di base che hanno”.

Rispetto a prima il covid morde meno?

“Allo stesso modo. Dipende quali sono i soggetti che vengono colpiti e ovviamente dall’immunocompetenza degli stessi”.

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