Storie vere dal Binario Uno: nuovi poveri a tempo determinato - Tempostretto

Storie vere dal Binario Uno: nuovi poveri a tempo determinato VIDEO

Rosaria Brancato

Storie vere dal Binario Uno: nuovi poveri a tempo determinato VIDEO

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lunedì 03 Febbraio 2020 - 08:06

Messina- Un libro da vivere, per imparare che il bene si fa e non si urla. La presentazione organizzata dal Consiglio dell'Ordine degli avvocati

Binario Uno dovremmo leggerlo con accanto la Costituzione, per capire quanto la nostra società si sia ritrovata “fuori dai binari del diritto” ma soprattutto quanto si sia allontanata dallo spirito dei nostri Padri Costituenti. E proprio così ha fatto Salvatore Mastroeni, autore insieme a Cristina Puglisi Rossitto di “Binario Uno”, nel corso della seconda presentazione del libro, fortemente voluta dal Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Messina. Più di tutto, nelle storie vere raccontate dai due autori, emerge la dignità calpestata, la speranza annientata, quella umanità che una comunità feroce non riesce più a scorgere negli “Invisibili” siano essi alla stazione centrale o negli angoli delle strade.

Quell’ultima stazione…

Più che leggerlo “Binario Uno”, si dovrebbe “viverlo”, perché da ogni pagina emerge un solo comandamento: ognuno di noi, in qualsiasi ruolo sia, può fare davvero qualcosa per gli altri. Oggi più che mai nella totale assenza di interventi concreti da parte del pubblico. Oggi più che mai nell’era delle nuove povertà e della crisi globale.

Il bene si fa non si urla

Nella sala conferenze “Avv. Laura Autru Ryolo” del Dipartimento cultura e servizi, è stata Maria Isabella Celeste vice presidente del Consiglio dell’Ordine degli avvocati, ad introdurre la presentazione del libro. “Il bene si fa, non si urla” ha detto l’avvocato Celeste, raccontando in modo coinvolgente quanto sia importante imparare a guardare “l’altro” in ogni momento. La platea di questa seconda presentazione (la prima è avvenuta nella sede di Benefit il 30 novembre scorso), era rappresentata da avvocati, tutti partecipi di un’esigenza vissuta prima come esseri umani e poi come parte attiva e protagonista della società.

Vecchie e nuove povertà

Un pugno dritto al cuore l’intervento del magistrato Salvatore Mastroeni, che ha appunto iniziato con gli articoli 2 e 3 della Costituzione esortando i presenti a “fare la differenza. Ognuno di noi può fare qualcosa, se riuscirete a tutelare un diritto violato farete qualcosa per la dignità e la vita di un altro. La povertà si sta allargando e la cosa più importante è dare amore”. Le sue storie, quelle da volontario in prima fila con l’associazione Madre Teresa di Calcutta, non hanno luce se non quella che alla stazione centrale portano le persone reali, quelle che si prendono cura dei senza tetto. Spesso quel binario uno, quello più grande perché è il primo, è davvero l’ultima stazione per decine di persone. Delle nuove povertà, quelle che lentamente stanno interessando una parte ampia di popolazione, ha parlato Cristina Puglisi Rossitto, che con l’associazione Gli Invisibili sta portando avanti un’azione capillare di supporto a chi attraversa una fase di vulnerabilità economica. “I nuovi poveri lo sono a tempo determinato– ha detto- Sono quelli che sembrano Invisibili, le partite Iva, i genitori divorziati, le famiglie monoreddito, i liberi professionisti”.

Il video di Binario Uno

Per fronteggiare una nuova emergenza servono soluzioni nuove, come quelle appunto di Benefit e di Donhaus, ma non bastano. E’ solo la rivoluzione umana di ognuno di noi che può diventare contagiosa e come un virus far uscire dall’abisso la nostra società. Il ricavato del libro è destinato a Benefit. Ad inizio incontro è stato proiettato un video che sintetizza in modo esemplare Binario Uno. L’uomo con la tovaglia a quadri sulle spalle nessuno lo guarda, eppure la sua storia sarà il filo conduttore di tutto il libro. Il video è stato realizzato da Eleonora Tavilla e da Massimiliano Milazzo e l’uomo con la tovaglia da cucina sulle spalle è interpretato da Claudio Bellezza.

Il pensiero dei presenti, ad apertura degli interventi, è andato a Thomas, il clochard morto a fine novembre ma che soltanto venerdì 31 gennaio ha avuto i funerali, solo grazie al cuore di messinesi. Per due mesi è rimasto all’obitorio del Papardo.

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