Raccolti solo 170mila euro. Si aspettava una mossa dell’ex patron, lasciato solo da Aad Invest dopo le dimissioni annunciate di Alaimo, e da parte di altri imprenditori
MESSINA – La mattinata dal notaio ha portato ad una sola grande novità, le dimissioni – per il momento solo annunciate – del presidente Alaimo. Per quanto riguarda l’operazione di salvataggio, che ricordiamo riguarda solo la scadenza federale della giornata odierna e non l’acquisto dell’80% delle quote di Aad Invest, invece non è stata raggiunta la quota di oltre 300mila euro attesa per saldare scadenze arretrate, stipendi e quant’altro necessario per chiudere il campionato in regola.
La cifra raccolta si aggira intorno ai 170mila euro, non sufficienti visto che l’accordo iniziale prevedeva che il notaio avrebbe fatto partire i bonifici una volta raccolta tutta la somma, altrimenti le quote sarebbero state restituite. A non aver partecipato, quando sembrava invece che la sua quota fosse scontata, è stato Pietro Sciotto. Una mossa che per l’imprenditore di Gualtieri Sicaminò avrebbe rappresentato un modo per riottenere la fidejussione da lui versata ad inizio stagione. Ma questo non è accaduto. Secondo quanto comunicato dal notaio Bernardo Maiorana, adesso le quote fin qui raccolte saranno restituite.
Risposta a metà degli imprenditori della città
All’iniziativa di Francesco Barbera, subito sostenuta dal primo cittadino Federico Basile, sembra abbiano risposto sette imprenditori peloritani che hanno in parte onorato l’impegno versando quasi tutti l’intera somma. Mancavano ancora dei soldi per dare respiro alla società, coraggio ai calciatori e una speranza ad una piazza e tantissimi tifosi che stanno vivendo momenti molto duri psicologicamente. Una risposta a metà perché Messina poteva fare sicuramente di più, ma come sempre la verità, in questo caso la colpa sta nel mezzo, perché c’è chi poteva essere più accorto nelle trattative, chi poteva muoversi prima, chi poteva mettere di più. Tante situazioni che non permettono mai a Messina città e squadra di tornare, o diventare, davvero grandi.

Era già tutto previsto, io lo avevo detto, qui i così detti imprenditori vivono sul pubblico, la generosità non esiste. Io difendo sciotto, e’ stato massacrato per anni, cosa volevate ? Città povera in tutti i sensi , ora tutti i serie E
Messina ha perso per l’ennesima volta. Una città statica e sottomessa al volere altrui. Noi messinesi siamo primi in classifica a subire. Un’amministrazione dopo la vicenda ponte, che non ha saputo salvare neanche il calcio. Fin quando continueremo a girarci dall’altro lato ai colonizzatori della città (che diventa sempre più un paese) e toglierci i vestiti da schiavi? Forza Messina in qualunque serie
Spiace commentare da fuori,senza sapere come stessero le cose all’interno.Di primo acchito non si può che dare la responsabilità all’ex presidente.Si è deciso a passare la mano nel momento peggiore dal punto di vista imprenditoriale e salutistico.E’ stato facile preda e vittima della perdita di sangue.Qualcuno si è accorto che si trattava di un animale ferito ed ha approfittato. Egli si doveva muovere prima al gran passo.Risulta difficile non capire che di occasioni ne abbia avute per cedere o assumere compartecipe.La città,la comunità ne paga le conseguenze.Se la squadra finisce il campionato,se gli impegni saranno rispettati,forse sopraggiungerà la penalizzazione da scontare in una categoria inferiore.A bocce ferme si potrebbe raccogliere i soldi che mancano per onorare tutti i debiti.Ed accettare una società sana anche se in una categoria inferiore.
Bye Bye Messina calcio, il prossimo anno forse giocheranno col Villafranca o col Saponara.
Messina è una città impoverita dai politici, in primis dal Comune dove tutte le gare d’appalto non c’è una presenza messinese, tutti gli appalti vinti da imprenditori che provengono dal resto della Sicilia, pure gli incarichi e pure parte degli assessori non sono messinesi, pertanto tirando le somme chi doveva mettere i soldi a Messina ? il Sindaco o i Sindaci di Messina se ne facciano una ragione: hanno torto. Adesso può fallire in santa pace.
Una città con presunti imprenditori non in grado di raccogliere 300k euro… una miseria nell’imprenditoria… quella seria
Triste realtà di una povertà diffusa a tutti i livelli
Triste destino di una triste storia mi verrebbe da dire. Chissà forse era scritto che sarebbe dovuta andare così. Peccato poiché hanno perso tutti, la città non meritava una tale umiliazione; forse ci si era illusi che con l’avvento dell’AAD si poteva dare una sterzata alla storia giallorossa eppure qualcuno ha gongolato quando Sciotto si è fatto da parte ma paradossalmente ed al di là delle sue tragicomiche gestioni in 7 anni la squadra non ha preso un punto di penalizzazione mentre la nuova proprietà ha già accumulato il record di prendere 4 punti in appena 2 mesi con risultati catastrofici. Onore comunque a quella frangia di tifosi sempre presenti ad incitare la squadra e soprattutto ai giocatori che stanno onorando la maglia in una situazione societaria grottesca. Adesso indipendentemente da come andrà a finire questo campionato che definire assurdo mi sembra il minimo, ci sarà da prepararsi per il prossimo torneo ( ancora in Serie C, in Serie D oppure giocare il derby con la Messana in Eccellenza ). Qualche anno fa la Reggina perse la Serie B per poco più di 500 mila Euro ma in questi anni la liste delle nobili decadute che dopo anni nei professionisti sono dovute ripartire dai dilettanti o Serie D è lunga, basti pensare al Parma, alla Reggiana ( che risorse con il nome di Reggio Audace ) , alla Fiorentina ( chi non ricorda la Florentia Viola In C2 ), al Palermo che nell’86 inaugurò questo tragitto di discesa all’indietro come avvenne qualche anno fa con la cacciata dalla Serie B e l’ammissione in Serie D, al Bari, all’Avellino, al Treviso, al Siena, al Livorno ( tornato questa settimana in Serie C ), al Foggia, al Campobasso, al Barletta, alla Pistoiese, al Novara, al Trapani, alla Casertana, alla Nocerina, all’Ancona tanto per citarne alcune che hanno militato quanto meno in Serie B e mi fermo qui perché la lista é chilometrica. Purtroppo non ci resta che prenderne atto ed incitare i giocatori quanto meno a conquistare i punti necessari da poter giocare quanto meno i play-out, ma non mi stancherò a ripeterlo la sconfitta é di tutti in campionato assurdo e paradossale. Comunque in qualsiasi categoria si giocherà l’anno prossimo sempre FORZA MESSINA!!!
Ma cosa c’entra mischiare le questioni calcistiche e quindi di società private con il ponte, gli appalti, assessori non messinesi?qualcuno ancora dimentica che l’ultimo grande fallimento, sia sportivo che societario con la squadra che sfiorò la classificazione uefa, è legata alla più grande famiglia imprenditoriale della città e proprio questa si è sempre tirata fuori da ogni tipo di partecipazione. Qualcuno addirittura ritiene che gli imprenditori non sono riusciti a mettere da parte la cifra, neanche fosse la cifra per mettere la benzina. Si ragiona come sempre con il fondo schiena altrui. Quanti ci definiamo tifosi e abbiamo comprato prodotti acr Messina? Quanti andiamo allo stadio e sopratutto incuranti del prezzo del biglietto? Quanti avrebbero sottoscritto un abbonamento tv? Gli stessi tifosi che magari comprano la maglia originale delle squadre titolate di serie A o che magari fanno km per andare a Torino o Milano per assistere le partite. Basta guardare piazze più importanti come possono essere anche le sole Catania e Palermo e darsi delle risposte
Commentiamo la realtà che vede certamente il totale disinteresse dell’imprenditoria messinese a perdere soldini verso una realtà calcistica totalmente inesistente voluta da Sciotto che nei suoi anni di presidenza ha creato una società totalmente dilettantistica assolutistica nella sua persona ,priva di qualunque ambizione.
È anche sotto gli occhi di tutti però che l’imprenditoria ed il Comune Messinese hanno ritenuto di non intervenire in quanto,gli imprenditori ed il Comune stesso volti verso i propri interessi e guadagni in termini politici gli uni e gli altri a non impoverirsi oltremodo.
Discorso a parte riguarda la famiglia Franza responsabile, anche questa volta, di vedere scomparire il calcio a Messina e non muovere un dito.
La città povera,sonnolenta ed apatica oltremodo ha reagito da par suo cioè senza amore ed interesse per qualsiasi cosa avvenga a Messina in virtù del fatto che i veri messinesi non esistono,ricordiamoci dei movimenti migratori ed immigratorio post terremoto che hanno portato al totale disinteresse ed amore verso i luogo dove vivono.
La questione calcistica ha evidenziato in definitiva quale città a perdere,senza alcun futuro se non quello di cercare lidi. Migliori