Una settimana d'ordinaria follia non solo in città ma tra la Siciliia e il mondo. Da Atm a risanamento e terremoto, l'alfabeto dei nostri giorni
di Marco Olivieri
MESSINA – Che settimana è stata? Proviamo a ripercorrerla in un alfabeto di 7 giorni d’ordinaria follia, tra Messina, la Sicilia, l’Italia e il mondo.
A come acqua in un intreccio con frane, emergenze, paura e pioggia
A come acqua. Bene prezioso e sempre anelato dai messinesi. E non solo. Nel segno dell’impegno civico, il comitato “Vogliamo l’acqua dal rubinetto!” ha presentato un esposto alla Procura, dopo una serie d’iniziative in città. Così in una nota: “La nostra iniziativa del 22 marzo, e le reazioni e polemiche che ne sono scaturite, hanno avuto sicuramente il merito di riportare l’attenzione sull’ordinanza sindacale, di cui si erano tutti dimenticati, che da quasi 7 mesi dichiara non potabile l’acqua di Messina. Confermiamo pertanto di avere formalizzato, così come dichiarato in conferenza stampa, l’esposto denuncia alla Procura della Repubblica per l’inammissibile situazione in cui si trova la 13esima città italiana dove bar, ristoranti, alberghi, ospedali, uffici pubblici e scuole non possono utilizzare l’acqua del rubinetto perché dichiarata dal sindaco non potabile”. Da qui le precisazioni di Federico Basile: “L’acqua di Messina è potabile ma manca la certificazione dell’Asp”.
Da qui le critiche della senatrice Dafne Musolino (“L’acqua non può definirsi potabile a Messina senza la certificazione Asp”) e le osservazioni dell’avvocato Marcello Scurria: “Per essere certificata la potabilità di nuovi pozzi, come quelli individuati a settembre del 2024, sono indispensabili diversi prelievi da parte dell’Asp. Una campagna di controlli nel tempo che tiene conto della progressiva profondità dei prelievi.Ma pur di non ammettere l’insensatezza di mantenere un‘ordinanza dopo la conclusione della fase emergenziale, si continua a tergiversare. Basile deve chiudere l’immissione nella rete dell’acqua dei pozzi e senza ulteriori spiegazioni (inutili), revocare l’ordinanza e dichiarare la potabilità dell’acqua”.
Ma A come acqua comprende pure la pioggia che ha provocato l’ennesima emergenza. Emergenza in un territorio che fa acqua da tutte le parti. E per responsabilità antiche, ora rese più evidenti dallo stravolgimento climatico a cui assistiamo da anni. Come il nostro meteorologo, Daniele Ingemi, aveva preannunciato, ci sono stati 150 mm di pioggia in un solo giorno. E bisogna attrezzarsi perché non si tratta di un caso isolato.
A come autostrade. Ci ritorneremo.
14 famiglie evacuate a Cataratti
Così la lettera A s’intreccia con la F di frane, con la M di maltempo, con la P di paura. Non solo con E d’emergenza, che non è più tale quando si ripetono episodi allarmanti. Situazioni rivelatorie di problemi strutturali, tra dissestro e disastri da prevenire. Tra le frane a Curcuraci e Cumia, 14 famiglie sono state evacuate a Cataratti per il crollo di un muro all’interno di un condominio (nella foto). Un senso di precarietà che aumenta, in questo pezzo di terra e non solo. E la precarietà riguarda anche gli alberi di Messina.
A come alberi tagliati e la necessità d’avere risposte
A come alberi tagliati. E A come alberi che servono alla nostra città per assumere una dimensione di rispetto dell’ambiente e di qualità della vita che va affermata dopo decenni d’illogici e dissennati modelli di sviluppo. E fanno il presidente della V Municipalità Verso e i consiglieri del Pd Calabrò e Russo a invocare “chiarezza” sugli alberi tagliati a Giostra. Vogliamo una città con sempre pù alberi e meno tubi di scappamento da respirare. E meno auto.
Amam. Mentre bisogna opporsi con forza ai disegni di privatizzazione dell’acqua, occorre insistere per una profonda riorganizzazione della partecipata. Ci ritorneremo.
Atm, “Messina ancora crocerossina di Taormina?”
Atm. Fit Cisl, Faisa Cisal e Orsa annunciano uno sciopero l’1 aprile, confermando una serie di rivendicazioni sindacali. E, intanto, chiedono all’azienda chiarimenti in merito all’annunciato “soccorso” all’Asm di Taormina di 10 bus e di autisti in forza all’Atm di Messina. “Con il dovuto rispetto per la perla dello Ionio, questa innaturale collaborazione a perdere non è più tollerabile. Messina e Taormina sono due diverse realtà e, sulla carta, dovrebbero essere governate da distinte amministrazioni. Invece si tende a consolidare un connubio intercomunale che vede Messina sempre nel ruolo di crocerossina a
disposizione di Taormina. Prova ne sia la costante presenza in Atm di Pippo Campagna (dg della Città metropolitana ed ex presidente di Atm, n.d.r.), non si capisce a che titolo”.
“Per quale motivo la presidente Grillo è stata invitata al tavolo prefettizio organizzato per la prossima chiusura della via Garipoli di Taormina?”, si domanda a sua volta l’avvocato Scurria. Insomma, dobbiamo prepararci a un nuovo tormentone dopo quello dell’acqua, tra Messina e Taormina, dello scorso anno? Le premesse ci sono.
P come Pinqua e ponte ma anche r come rigeneraione urbana e risanamento
Non solo emergenze, frane, maltempo. Saltiamo solo momentaneamente alcune lettere dell’alfabeto, per poi riprenderlo in un altro articolo, e concentriamoci sulla P. P di Pinqua, Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare, e di ponte. Ma anche R di rigenerazione urbana e risanamento. Formalizzato l’accordo tra Comune e Iacp, lunedì 31 marzo partono i lavori a Bisconte per la costruzione di 100 nuovi alloggi.
In ogni caso, come abbiamo scritto, si tratta di una corsa contro il tempo. La costruzione dei nuovi palazzi a Bisconte, a Fondo Fucile e all’Annunziata dovrebbe concludersi entro il marzo 2026, in base alla scadenza del Pnrr. Si tratta di un grande punto interrogativo, e il sindaco Basile confida in una soluzione a livello nazionale, dato che il problema riguarda molti Comuni. Anche questo lo abbiamo scritto e lo ribadiamo: serve una visione politica sulla Messina del futuro. Il risanamento non è solo abbattere baracche ma prevedere un’altra città, senza casermoni. Al contrario, integrando le nuove abitazioni, solo quelle indispensabili, con l’acquisto di alloggi per l’edilizia residenziale pubblica. Il tutto in un’idea di città con tanto verde, sempre meno auto ma servizi efficienti in sostituzione della “dittatura della macchina”. Con la rigenerazione di spazi oggi negati. E una riqualificazione necessaria di un tessuto urbano degradato.
Il ponte e il “peccato originale” della mancata gara
Riguardo al discusso ponte sullo Stretto, in due interviste con l’avvocato Nicola Bozzo, abbiamo raccontato l’attuale situazione di sospensione o di attesa. In questi giorni a parlare sono stati il ministro Salvini e l’amministratore delegato Ciucci. L’ipotesi più logica è che la cosiddetta fase tre dello screening sia svolta dalla stessa commissione Vinca (Valutazione d’incidenza ambientale) per poi affidare il progetto al Cipess, Comitato interministeriale per la programmazione economica. In caso di valutazione Vinca negativa, a prendersi la responsabilità di avviare la grande opera dovrebbe essere il Consiglio dei ministri. Ma rimane il “peccato originale” della mancata gara.
Ha osservato Bozzo: “Una nuova ipotesi concorrenziale avrebbe coinciso con una più alta tutela ambientale perché le gare sarebbero state svolte alla luce di tutto il nuovo quadro regolativo europeo e nazionale su appalti verdi, green deal, economia circolare. E senza le procedure semplificatrici della vecchia legge obiettivo. Altro aspetto da considerare è che la legge provvedimento del ministro Salvini viene giustificata in sede di lavori parlamentari con l’affermazione del cosiddetto principio europeo del “risultato”. Bisognerebbe, cioè, favorire il compimento di un’opera o di un piano iniziato. Ma così può giustificarsi qualunque cosa. Deve sempre intendersi un “giusto risultato”, appunto il ragionevole bilanciamento tra interessi. Peraltro, il principio del risultato per il ponte suona un po’ grottesco, visto che la prima Via (Valutazione d’impatto ambientale) parziale è del 2002 e lo scioglimento dei contratti avvenne col decreto Monti nel 2012. E visto che la Stretto di Messina era stata messa in liquidazione senza che i lavori iniziassero. Da qui le mie perplessità”.
Dalla p del porto di Tremestieri alla s di sanità (allo sbando) e t di terremoto
Non solo p come ponte. Al di là delle rassicurazioni, e della ripartenza, il porto di Tremestieri non ci fa dormire sonni tranquilli.
S come sanità in Sicilia. Il caso dell’Asp di Trapani e degli oltre 3000 esami istologici non refertati, al di là del procedimento di decadenza per il dg messinese Fernando Croce, che cosa rivela? Una profonda crisi di sistema e la necessità di un ripensamento radicale in tema di sanità pubblica. Tra liste d’attesa e corse disperate ai privati, urge una “rivoluzione” politica a tutela del nostro sistema sanitario nazionale. Ma manca la classe politca all’altezza delle sfide attuali. E non solo in questo campo.
T come terremoto. Il potente terremoto di magnitudo 7.7 che ha colpito il Myanmar potrebbe aver causato più di 10.000 morti, secondo funzionari Usa citati dalla Cnn (fonte Ansa). E oltre 1600 sono i morti accertati.
Un disastro che ci riguarda tutti, come ogni guerra. E ogni ingiustizia sulla terra.
Buona domenica, nonostante tutto.

Com’è possibile che nella giornata di venerdì non sia stata dichiarata l’allerta rossa a Messina? Il sindaco sa benissimo da anni che le strutture della regione sono incapaci di valutare le previsioni climatiche sullo stretto, e invece chiunque di noi poteva vedere sui siti meteo specializzati sin dal giorno prima che la giornata di venerdì sarebbe stata caratterizzata da eventi meteo estremi. Il risultato è stato scuole aperte, migliaia di studenti e di auto per le strade che non avrebbero dovuto esserci, moltiplicazione di rischio di incidenti ed eventi letali. Com’è possibile accettare questa incompetenza nella dichiarazione delle allerte rosse???
B come “Buche” nelle strade. Sempre piu’ piccole voragini nelle strade cittadine. Pero’ avemu i parcheggi a pagamento.