La Biodiversità urbana nello Stretto di Messina: venerdì il convegno conclusivo

La Biodiversità urbana nello Stretto di Messina: venerdì il convegno conclusivo

La Biodiversità urbana nello Stretto di Messina: venerdì il convegno conclusivo

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venerdì 22 Aprile 2011 - 08:16

L'appuntamento si terrà nel Salone delle Bandiere di Palazzo Zanca, manifestazione promossa dall'assessorato alle politiche scolastiche

Venerdì nel Salone delle Bandiere di Palazzo Zanca, si svolgerà la cerimonia conclusiva del progetto educativo “racconta la biodiversità nella tua città”, inserito nei progetti del Patto Territoriale 2010/11 dell’assessorato alle politiche scolastiche. Nella stessa mattinata potrà essere visitata la mostra con esposizione di foto e filmati, e durante la manifestazione, agli alunni saranno proposti momenti informativi sul tema “La biodiversità urbana nello Stretto di Messina”.

La manifestazione è stata promossa dall’assessore alle politiche scolastiche, Salvatore Magazzù, con il supporto del dott. Arnaldo Oliva, ornicoltore – birdwatcher, presidente dell’Associazione ornitologica messinese, del geom. Felice Amato dell’associazione Ambiente e/è Vita di Messina e dell’ing. Francesco Cancellieri del CEA Messina onlus. Interverranno all’incontro il prof. Giuseppe Lo Paro, docente di Ecologia dipartimento di Biologia Animale ed Ecologia Marina dell’Università di Messina; il prof. Vincenzo Piccione, presidente CRIEA dell’Università di Catania; il dott. Gregorio Costa, naturalista, esperto in birdwatching; i naturalisti della sezione “Natura e Biodiversità” del CEA Messina Onlus, dott.ssa Dalila Giacobbe e dott. Salvatore Restivo, naturalisti e l’esperto meteo Daniele Ingemi, redattore di www.meteoweb.it.

Il progetto è stato coordinato dalla professoressa Antonella Terranova per affrontare il tema dell’ambiente urbano, nonché lo sviluppo sostenibile delle città e la qualità della vita dei cittadini che ha ormai assunto il ruolo di questione ambientale tra le più critiche. L’identificazione di queste problematiche ha portato alla definizione da parte dell’Unione Europea di una strategia tematica sull’ambiente urbano che è parte integrante del Sesto programma di azione comunitario in materia di ambiente “Ambiente 2010: il nostro futuro, la nostra scelta”. Obiettivo globale di tale strategia è quello di migliorare la qualità e le prestazioni ambientali delle aree urbane e assicurare agli abitanti delle città europee un ambiente di vita sano, rafforzando il contributo ambientale allo sviluppo urbano sostenibile e tenendo conto nel contempo dei connessi aspetti economici e sociali.

E’ di molti l’impegno nella tutela dell’ambiente e negli ultimi anni vi è un ruolo più attivo a livello individuale in questo campo: tanti hanno cominciato a sforzarsi di cambiare il proprio comportamento personale e familiare, per esempio riciclando, acquistando prodotti ecologici e installando sistemi ad alta efficienza energetica nella propria abitazione. Meno diffusa è invece la coscienza che anche la città è un ecosistema e che esiste una biodiversità urbana che si regola con meccanismi analoghi a quelli che si innescano in altri tipi di ecosistemi. La città come ecosistema e la sua biodiversità sono uno dei temi promossi dall’Unità per l’Ambiente Urbano (Urban Environment Unit) del Programma per l’Ambiente delle Nazioni Unite (UNEP – United Nation Environmental Programme). A livello nazionale l’APAT (Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e per i servizi tecnici, oggi ISPRA) coordina un progetto incentrato sulle aree urbane in cui uno dei temi chiave è relativo a “Natura e Reti ecologiche” .

Dal punto di vista ecologico la città rappresenta uno tra gli ambienti più dinamici e le sue continue modificazioni costituiscono una delle caratteristiche più peculiari. La dinamicità di un ecosistema come quello urbano si traduce in una elevata eterogeneità e nella disponibilità in tempi molto rapidi di nuove nicchie ecologiche (il termine “nicchia ecologica” indica il ruolo di una specie in un ecosistema, ossia il suo modo di vivere e tutte le condizioni fisiche, chimiche e biologiche che ne permettono l’esistenza in quel particolare ambiente). Tra i fenomeni più significativi correlati con questa inusuale disponibilità di spazi e “stili di vita” vi è l’inurbamento delle specie animali, in particolare della fauna selvatica. Poiché le aree urbane nel nostro Paese occupano ormai aree grandi quanto quelle di molti ecosistemi naturali non risulta strano che queste siano state rapidamente occupate da un gran numero di specie. Gli ecosistemi urbani presentano una serie di fattori che facilitano la presenza di popolazioni animali.

Tra questi i più importanti sono le condizioni climatiche relativamente migliori rispetto alle aree extraurbane, in quanto caratterizzate da una temperatura più elevata (in media 1-2° C in più rispetto alle aree peri-urbane) oltre che da minore ventosità e umidità. L’elevata disponibilità trofica (rifiuti e cibo offerto dall’uomo), la costante presenza di acque di abbeverata, l’assenza delle attività venatorie e il minor numero di predatori, insieme all’elevato numero di siti idonei alla riproduzione, rappresentano senza dubbio altri fattori che permettono a diverse specie animali (Mammiferi, Uccelli, Artropodi, ecc.) di insediarsi nelle aree urbane e di abitarle in modo permanente. La presenza di animali all’interno delle città è nota a tutti, almeno per quanto riguarda le specie più comuni, quali piccioni, gabbiani, merli, storni, cornacchie, ratti, topi, ecc.. Meno diffusa è la conoscenza sull’effettiva ricchezza della fauna che frequenta giardini pubblici, parchi urbani e tratti cittadini di fiumi. Eppure, indagini condotte sulla presenza di animali all’interno delle aree urbane hanno dato risultati spesso sorprendenti. Basti pensare che delle 500 specie di uccelli presenti in Italia, 356 sono state osservate in modo più o meno regolare nelle città e che ben 193 vi nidificano. Anche per quanto riguarda i chirotteri (pipistrelli) il numero di specie che frequentano le città quale sito di rifugio o di caccia è molto elevato: delle oltre 30 specie presenti in Italia quasi la totalità può frequentare i centri urbani o le sue periferie.

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