L’Adasc contesta il progetto di riconversione della centrale Edipower

L’Adasc contesta il progetto di riconversione della centrale Edipower

Serena Sframeli

L’Adasc contesta il progetto di riconversione della centrale Edipower

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giovedì 14 Agosto 2014 - 13:10

Le associazioni ambientaliste si dicono pronte a condurre l’ennesima battaglia per tutelare un territorio già altamente inquinato

Nuovo campanello d’allarme per l’Adasc, associazione per la difesa dell’ambiente e della salute dei cittadini, che torna a parlare di Edipower e A2A e dei nuovi progetti di riconversione legati alla struttura di San Filippo del Mela.
Edipower e A2A hanno presentato l’8 agosto presso la Presidenza della Regione Siciliana il progetto industriale del polo tecnologico di energie rinnovabili innovative ma le associazioni ambientaliste si dicono “pronte a contestare in tutte le sedi competenti in quanto questo progetto va ad incrementare la situazione di crisi ambientale del territorio”.
Nel dettaglio il progetto prevede la conversione del gruppo 2 utilizzando il Combustibile Solido Secondario CSS quest’ultimo ottenuto dai rifiuti, con un consumo di ben 260 kilo-tonnellate annue. Le Associazioni già si stanno organizzando per condurre l’ennesima battaglia per la tutela dell’ambiente e della salute pubblica in un territorio peraltro già martoriato.
Maimone solleva alcuni dubbi sul progetto presentato alla Regione: “e l’olio combustile scomparirà dalla centrale di San Filippo del Mela? Da ciò che si può osservare dal piano depositato alla Regione assolutamente no, gli altri gruppi continueranno a funzionare con il solito combustile e avremo quindi un cocktail inquinante per il territorio e la popolazione residente”.
Secondo il progetto sono previsti poi altri interventi, a detta delle associazioni solo per gettare fumo negli occhi, quali la realizzazione di un impianto di gestione anaerobica delle biomasse per la produzione di biogas, fotovoltaico a concentrazione e un solare termodinamico.
“Da non sottovalutare- prosegue Maimone- il problema del traffico veicolare sulla strada statale già molto movimentata, che a tutt’oggi non è stato nemmeno considerato. Il combustile ottenuto dai rifiuti che la società vorrà bruciare come arriverà in centrale? Con i tir? Oppure viene creato in loco l’impianto per la produzione del CSS?”.
Secondo Maimone si tratta di “un progetto vuoto, scialbo, che non contiene nemmeno uno studio d’impatto ambientale per capire le ripercussioni sull’ambiente. Il comune di San Filippo del Mela concerti il tutto con gli enti locali ricadenti nell’area ad elevato rischio di crisi ambientale e con le Associazioni ambientaliste impegnate da tempo”.
Maimone prosegue affermando che “il progetto viola in primis il principio di precauzione e diverse direttive e convenzioni europee, i sodalizi sono giá a lavoro per chiedere l’intervento dell’Unione Europea. Una cosa é certa, non ci facciamo più preparare il pacchetto preconfezionato come Terna, Le associazioni hanno il diritto di partecipare nei tavoli, incontri ed entrare all’interno del procedimento amministrativo come sancito dalla normativa vigente”.
“Il futuro del sito- conclude così Maimone- non può essere deciso dentro un palazzo di potere ma necessariamente insieme alla popolazione. Bisogna trovare una soluzione ecosostenibile per il territorio senza subire il solito e ridicolo ricatto occupazionale”.
Nel frattempo i comuni limitrofi stanno accendendo i riflettori sulla questione e qualche sindaco si è espresso contro l’utilizzo del CSS dichiarandosi a fianco delle Associazioni.

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