Città metropolitana, anche Formica candidato alla carica che non c'è

Città metropolitana, anche Formica candidato alla carica che non c’è

Giovanni Passalacqua

Città metropolitana, anche Formica candidato alla carica che non c’è

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martedì 10 Novembre 2015 - 11:34

Il governo nazionale ha impugnato la riforma delle Province varata dall'Ars perché sospettata di incostituzionalità; e le elezioni a sindaco della CM, previste per il 29 novembre, saranno rinviate a data da destinarsi. In attesa di trovare la quadra su una delle riforme più tribolate degli ultimi anni

Dove c’è una carica, ci sono dei candidati. Anche quando quella carica è di dubbia costituzionalità. È quel che sta succedendo con la riforma delle Province, ora Città Metropolitane: è arrivata oggi la candidatura alla guida della CM di Giovanni Formica, sindaco di Milazzo; è la quinta candidatura avanzata, dopo quelle di Renato Accorinti, Roberto Materia, Bartolo Cipriano e Marco Pettinato. Le elezioni avrebbero dovuto tenersi a fine novembre, ma a causa dell’impugnativa del governo se ne riparlerà solo col nuovo anno. Intanto, la terra di mezzo tra la fu Provincia e la sarà Città Metropolitana resta in mano ai commissari del governatore Rosario Crocetta, mentre si sprecano gli appelli – quasi delle suppliche – affinché la riforma non venga annullata.

Che la riforma presentasse dei vulnus era già stato accennato dal presidente dell’Ars Giuseppe Ardizzone. Il governo regionale, tuttavia, è andato avanti per la sua strada, parallela persino a quella della riforma Delrio. Se infatti, a livello nazionale, il sindaco della CM è il sindaco del capoluogo, in Sicilia si è deciso di non attuare questo automatismo, prevedendo addirittura il divieto di candidatura di un sindaco a meno di 18 mesi dalla scadenza del suo mandato. Ancora, il sindaco della CM sarà votato con elezioni di II livello – cioè non dai cittadini, ma dai loro rappresentanti, in questo caso i consiglieri comunali.

Insomma, è tutta siciliana la corsa tra i sindaci a una carica fantasma. La speranza è che, con il nuovo anno, la vicenda possa sbloccarsi; ma in pochi confidano nella rapida correzione e approvazione di una riforma che si trascina da oltre due anni e mezzo. Al punto che la Sicilia, che doveva essere la prima regione ad abolire le Province, di fatti rischia di essere l’ultima. Sempre che ad abolirle, le Province, ci si riesca davvero.

Giovanni Passalacqua

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