Caso Papino, per Elva il danno e la beffa: "Non paga, non lascia i locali. Da 1 anno non dormiamo più"

Caso Papino, per Elva il danno e la beffa: “Non paga, non lascia i locali. Da 1 anno non dormiamo più”

Redazione

Caso Papino, per Elva il danno e la beffa: “Non paga, non lascia i locali. Da 1 anno non dormiamo più”

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venerdì 03 Aprile 2020 - 09:05

Dopo lo sfogo dei dipendenti arriva quello della società che ha venduto il ramo d'azienda a Papino: "Danni incalcolabili, non lascia i locali e non paga l'affitto da un anno". E il coronavirus è stato il colpo fatale

Dopo l’amaro sfogo dei 25 lavoratori Papino, che da quasi un anno non percepiscono né stipendio né cassa integrazione, si registra la lettera della società Elva che da un anno non riceve il pagamento del canone di locazione. La pandemia ha infatti dato il colpo fatale ad una vicenda già drammatica.

Elva vende a Papino nel 2009

Elva, come si evince dallo stesso racconto dei lavoratori, ha ceduto il ramo d’azienda nel 2009 alla Papino spa, garantendo e tutelando sempre i lavoratori. Il  rapporto tra la società della famiglia Mazzeo e la Papino continua negli anni seguenti per via del canone di locazione mensile versato dalla Papino alla Elva per il locale di Tremestieri. Nel febbraio del 2019 però Ina Papino, amministratrice pro tempore della Papino spa, informa la Elva, via pec, che ad agosto 2019 avrebbe sgomberato il locale e che avrebbe chiuso definitivamente il negozio “Papino elettrodomestici “ di Tremestieri. Nel frattempo la Papino ha aperto un altro nuovo punto vendita nel centro commerciale Mare Grosso con insegna “trony Papino” , facendo transitare parte di dipendenti di Tremestieri.

“Papino non paga affitto da 1 anno”

Ad oggi , aprile 2020 , non solo non è stato restituito il locale come pattuito, non sono neppure state versate le mensilità arretrate di affitto da aprile 2019. Ad arrecare  ulteriore danno alla Elva non è stato possibile poter affittare il locale ad altre attività commerciali ,con conseguente mancanza di introiti e riduzione inevitabilmente di transito di potenziali clienti utili per le altre attività commerciali della Elva, presenti nello stabile ,dove era affittuario Papino comprimendo notevolmente il volume d’affari della Elva , nuocendo altresì a livello occupazionale.

Tutto rinviato ad ottobre 2020….

A dicembre 2019 , il giudice di Messina ha disposto lo sfratto entro il 15 marzo del 2020 alla Papino con conseguente restituzione dei locali alla Elva Srl, ma ciò non è avvenuto. Il tutto è stato rinviato, causa coronavirus, ad Ottobre 2020 , una data troppo lontana per un qualcosa di già chiaro dal febbraio 2019. Le famiglie della Elva Srl ed i suoi lavoratori , a causa delle mancanze della Papino spa , subiscono passivamente delle ingiustizie prorogate nel tempo, senza avere una prospettiva di conclusione della vicenda.

Danno enorme, non dormiamo più

Perché la procedura non restituisce ai Legittimi proprietari il bene? Perché aggravare la procedura di ulteriori debiti? Perché trovare come espediente che se il proprietario rivuole il proprio locale deve rinunciare ad ogni pretesa economica? Perché la vita economica di una società deve essere nelle mani di uno o più Amministratori Giudiziali? Finiamo questo sfogo con tutte queste domande perché dal 19.02.2019 che non dormiamo serenamente, da quando la Papino ha comunicato che avrebbe lasciato liberi e sgomberi i locali, e non sappiamo ancora purtroppo quante notti passeremo insonni, nonostante il locale sia libero e sgombro, ma senza poterci entrare .

El.v.a. Srl

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