Mancata manutenzione depuratore Massa S.Giorgio: rinviati a giudizio d.g. dell'Amam e dirigente comunale

Mancata manutenzione depuratore Massa S.Giorgio: rinviati a giudizio d.g. dell’Amam e dirigente comunale

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Mancata manutenzione depuratore Massa S.Giorgio: rinviati a giudizio d.g. dell’Amam e dirigente comunale

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sabato 23 Aprile 2011 - 12:28

Dovranno rispondere di omissione d'atti d'ufficio il direttore generale dell'Amam Luigi La Rosa ed il dirigente di Palazzo Zanca, Antonio Amato

Il mancato funzionamento del depuratore di Massa S.Giorgio ha causato i primi provvedimenti giudiziari.

Il gup Antonino Genovese ha rinviato a giudizio l’ingegner Luigi La Rosa, direttore generale dell’Amam e l’ingegner Antonio Amato, dirigente del Dipartimento opere di urbanizzazione primarie e secondarie del Comune di Messina. Dovranno comparire davanti alla Seconda Sezione Penale del Tribunale il 21 settembre prossimo per rispondere di omissione d’atti d’ufficio.

Il depuratore di Massa S.Giorgio fu installato nel piccolo villaggio collinare nei primi anni settanta ma non ha mai realmente funzionato. Verso la fine dell’estate scorsa la fatiscente struttura è tornata alla ribalta con alcune interrogazioni di consiglieri di quartieri che segnalavano una serie di disagi per gli abitanti del villaggio causati dal malfunzionamento del depuratore.

Un fascicolo fu aperto dal procuratore aggiunto Ada Merrino che affidò agli uomini della Sezione Tutela del Territorio della Polizia Municipale il compito di eseguire alcuni sopralluoghi. Emersero così diversi problemi che fecero scattare le indagini a carico di La Rosa ed Amato.

Secondo l’accusa i due si sarebbero rifiutati di eseguire un atto d’ufficio che per ragioni d’igiene e sanità doveva essere compiuto senza ritardo. Il direttore generale dell’Amam ed il dirigente comunale non avrebbero provveduto a far eseguire lavori di urgente manutenzione e di ristrutturazione del depuratore dal quale fuoriuscivano liquami ed odori nauseabondi. Inoltre il depuratore avrebbe creato pericolo per la pubblica incolumità anche per l’avanzato stato di corrosione della struttura che si trova in un’area delimitata da un cancello privo di lucchetto ed interamente invasa da sterpaglie.

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