Dopo il dossier su 20 anni di inquinamento chi esce dall'inchiesta e chi va al vaglio dei giudici di I grado
Messina – Si aprirà il prossimo 9 luglio il processo per vagliare le accuse della Procura di Messina mosse ai soggetti che negli anni, a vario titolo, si sono occupati della gestione della discarica di Mazzarrà Sant’Andrea. Il focus è sul disastro ambientale nel sito ma anche in tutta l’area intorno. La Pm Francesca Bonanzinga alla fine degli accertamenti relativi all’ampio arco di tempo che va dal 2003 al 2023 ha chiesto il rinvio a giudizio di tutti gli indagati e il giudice per l’udienza preliminare Salvatore Pogliese ha accettato la richiesta quasi integralmente, disponendo il rinvio a giudizio di 16 persone.
Il processo
Ecco i nomi di chi sarà processato e, in dibattimento, potrà dimostrare il suo effettivo ruolo nelle vicende e difendersi: Giuseppe Antonioli, Maurizio Bonasera, Roberto Campagna, Francesco Cannone, Salvatore Cocina, Maurizio Costa, Antonio Crisafulli, Antonia De Domenico, Calogero Foti, Sebastiano Giambò, Dario Grussu, Francesco Lo Cascio, Carmelo Navarra, Carmelo Pietrafitta, Alfio Raineri e Roberto Ravidà.
Parti civili sono il comune di Mazzarrà, il Ministero dell’Ambiente, il Ministero della Sanità, la Regione siciliana, Legambiente e Wwf Italia.
Escono dall’inchiesta invece Sonia Alfano, Pierluigi Biffi, Francesco Cucinotta, assistiti dagli avvocati Fabio Repici, Sebastiano Campanella, Gabriele Cucinotta e Vito Pirrone. Per loro il Giudice ha disposto il proscioglimento accogliendo la tesi dei difensori dell’assoluta estraneità della carica rispetto ai fatti contestati. Prescrizione per la società TirrenoAmbiente, affidata al curatore fallimentare Angelo Vitarelli.
L’indagine dossier su 20 anni di inquinamento

In sostanza la PM Bonanzinga ha raccolto in questa “indagine-dossier” tutti gli sviluppi della gestione della discarica di Mazzarrà e gli anni successivi al sequestro chiave del 2014, mettendo insieme come in un puzzle tutte le fasi principali della vicenda e i risultati delle analisi dei vari enti, dall’Arpa ai Carabinieri del Nas, effettuati a più riprese.
La conclusione è, secondo la Procura, che nel disastro ambientale che la discarica rappresenta oggi, e della mancata bonifica del sito, c’è la “colpa” un pò di tutti quelli che se ne sono occupati, a vario titolo e sotto diversi profili.
L’emergenza eterna
Il dossier Mazzarrà è in questi mesi anche sul tavolo della Commissione parlamentare sulle ecomafie, che ha effettuato un sopralluogo qualche settimana fa, della Commissione europea dopo l’interrogazione di Giuseppe Antoci, dopo lo spaventoso incendio del 25 giugno 2024

Bene buona notizia,era ora..sempre in fortissimo ritardo le cose ma meglio tardi che mai.
Siamo stati e siamo nelle mani di nessuno con questa discarica.