Ecco "Meme", l'auto elettrica degli studenti del Verona Trento: un primato per Messina

Ecco “Meme”, l’auto elettrica degli studenti del Verona Trento: un primato per Messina

Giuseppe Fontana

Ecco “Meme”, l’auto elettrica degli studenti del Verona Trento: un primato per Messina

lunedì 11 Dicembre 2023 - 12:00

L'istituto messinese è il primo in Italia a realizzare una vettura simile, totalmente in house ed ecosostenibile. La preside: "Contribuiamo attivamente al progresso"

MESSINA – Totalmente elettrica, realizzata con materiali di riciclo, parlante e ovviamente ecosostenibile. Si chiama “Meme” ed è la prima auto elettrica mai realizzata totalmente all’interno di una scuola italiana. Un primato messinese che porta la firma dell’Istituto Verona Trento di Messina, che oggi l’ha presentata alla città a Palazzo Zanca, con la messa in moto della preside Simonetta Di Prima e un passeggero d’eccezione, il sindaco Federico Basile.

Basile: “Iniziativa concreta per l’ambiente”

Proprio Basile ha voluto esprimere tutto il proprio orgoglio per quei giovani messinesi che hanno realizzato l’auto: “Per la prima volta in Italia, un gruppo di docenti e studenti della nostra città ha realizzato interamente a scuola un’auto elettrica ed ecologica, esempio di un importante passo avanti nella sostenibilità ambientale. La scelta di investire in tecnologie ecologiche e innovative dimostra un impegno concreto per la tutela dell’ambiente e una visione a lungo termine per un futuro più sostenibile. Esprimiamo la soddisfazione da parte della giunta e della comunità, poiché questa auto rappresenta un esempio tangibile di come sia possibile unire innovazione e rispetto per l’ambiente. Ci auguriamo che questa iniziativa possa essere solo il primo di una lunga serie di progetti simili, promuovendo una cultura ecologica nella città”.

Mondello: “Un messaggio di sensibilizzazione”

Al suo fianco anche il vicesindaco Salvatore Mondello: “Questa importante idea ha portato alla creazione di un veicolo che utilizza fonti di energia pulita, riducendo l’impatto ambientale e promuovendo uno stile di vita più ecologico. Sono estremamente felice di questa iniziativa, che dimostra come la ricerca e l’innovazione possano portare a risultati concreti e positivi per la società e l’ambiente. La soddisfazione è tanta, sia per i risultati raggiunti, che per il messaggio di sensibilizzazione che questa auto trasmette a tutti i cittadini”.

La preside: “Siamo orgogliosi”

Orgogliosa la professoressa Di Prima: “Siamo veramente orgogliosi. I nostri docenti e studenti, hanno dimostrato ancora una volta di poter primeggiare in Italia. Questo progetto innovativo è stato portato avanti grazie alla passione e all’impegno di tutta la comunità scolastica, che ha lavorato insieme per creare un mezzo che rispetti l’ambiente e sia ecosostenibile dal punto di vista energetico. Un’iniziativa che non solo dimostra l’importanza della promozione dell’educazione ambientale, ma anche la capacità degli studenti di mettere in pratica le conoscenze acquisite in aula. Questa iniziativa è un esempio concreto di come l’istruzione possa contribuire in modo significativo al progresso e alla sostenibilità del nostro paese”.

Vadalà: “Scuola è esperienza di vita”

Presente anche il provveditore Stello Vadalà: “Questo progetto ha permesso di unire l’esperienza dei docenti con la creatività e l’entusiasmo degli studenti, dimostrando come la collaborazione tra diverse generazioni possa portare risultati sorprendenti. L’auto elettrica prodotta rappresenta una soluzione concreta per ridurre l’impatto ambientale e la dipendenza dai combustibili fossili, mostrando come la scuola possa essere un luogo di formazione e di innovazione per un futuro più sostenibile. E’ un esempio importante di come l’istituzione scolastica si concretizza certe volte in esperienza di vita da seguire per le future generazioni”.

I docenti spiegano come funziona

I docenti che hanno seguito il progetto sono stati Cristoforo Sapienza, Giovanni Alessi, Antonino Campisi e Raffaele Manfredi: “La macchina Meme è una perfetta applicazione dell’economia circolare votata alla ecosostenibilità. L’intera realizzazione verte su materiale di riciclo rivitalizzato dall’innovazione tecnologica e dalle potenzialità che l’elettrotecnica e l’automazione offrono oggi. L’automobile originale era un rottame abbandonato e vandalizzato. Il vecchio motore endotermico è stato sostituito con un motore elettrico in corrente continua ad eccitazione derivata prelevato da un muletto. Tale macchina elettrica ha la peculiarità di fornire una coppia motrice proporzionale alla corrente di alimentazione. È stato quindi utilizzato un controllore di elettronica di potenza precedentemente installato nel medesimo muletto in disuso di cui sopra; tale componente permette con la logica PWM (modulazione a larghezza d’impulso) di regolare la tensione di alimentazione fornita dalle batterie e quindi la corrente d’armatura. Al suo interno è anche presente un ponte H di diodi di potenza per l’inversione del senso della corrente e conseguentemente del senso di marcia del veicolo”.

“Il motore – proseguono i docenti – è stato accoppiato direttamente alla trasmissione originale dell’automobile, mantenendo la cinematica. Ciò permette l’utilizzo delle marce e l’inversione del moto anche meccanica. Anche i cavi elettrici di potenza provengono da spezzoni di risulta e sfrido di cantiere di cabine elettriche di trasformazione. Le batterie sono in realtà un sofisticato sistema di accumulo con anodo al litio e catodo a Litio ferro fosfato (LiFePO4), fornito dal CNR ITAE per essere testato sul veicolo in regime di marcia urbano. Lo stato di carica è monitorabile da remoto tramite apposita applicazione software. Per la ricarica sono utilizzati i sistemi eolici ad asse verticale e fotovoltaici presenti del laboratorio di sistemi elettrici automatici dell’IIS Verona Trento.

Il veicolo è stato privato dell’impianto elettrico presente in origine, per installare un impianto di nuova concezione, comprendente indicatori di direzione dinamici. La macchina risulta adesso superaccessoriata tramite i sistemi a microprocessore già impiegati nella didattica ordinaria nei laboratori di elettrotecnica-elettronica-automazione della scuola. Tali sistemi sono all’avanguardia, riducono l’assorbimento di energia elettrica (energy saving), monitorano i parametri elettrici e le grandezze fisiche del sistema di trazione nonché il sistema di accumulo energetico. Nel particolare il veicolo elettrico è stato equipaggiato di un trip computer che supervisiona i seguenti parametri: tensione e temperatura della batteria, temperatura dell’abitacolo, temperatura del motore. Ed è presente un sistema di controllo a microprocessore che rileva il numero di giri del motore e la velocità raggiunta dal veicolo in marcia.

In dotazione c’è una scheda di prototipazione con display touch e sistema operativo android che consente di utilizzare le app google, maps, drive etc… Infine il veicolo interagisce con comandi vocali a ordini prefissati. Il prossimo upgrade del mezzo sarà utilizzato per l’automazione, in luogo degli attuali sistemi a microcontrollore, un controllore a logica programmabile PLC. Inoltre si intende sostituire il sistema di accumulo con celle a combustibile alimentate ad idrogeno ricavato per elettrolisi utilizzando energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili”.

3 commenti

  1. Ing. Automotive. 11 Dicembre 2023 15:38

    Il prossimo step da fare sulla vettura è rimpiazzare il motore DC con un brushless e relativo azionamento eliminando anche il peso e l’ingombro del cambio.
    Meno economia circolare ma più efficiente.

    Ex studente del ITIS Verona Trento oggi ingegnere nel mondo dell’Automotive.

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  2. Non mi mi meraviglio, essendo stato studente di quell’Istituto negli anni ’70. Anche allora le eccellenze non sono mancate e sono andati a fare fortuna fuori (sic!). come oggi del resto e “Tempo Stretto” attenta a queste situazioni, quanti nostri giovani ha intervistato che hanno trovato fortuna fuori. Dobbiamo ringraziare la classe politica precedente e presente per quanto avvenuto. Però, purtroppo con sommo dispiacere, da quelle parti non vedo grandi cambiamenti. Una cosa va detta i nostri docenti e studenti fanno almeno tre volte più fatica di quelli del Piemonte o dell’Emilia e sono pure sovvenzionati da quelle industrie. Che gioia essere arrivati prima di loro

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  3. Complimenti ai Docenti e agli Alunni dell’IPIA “E. MAJORANA”

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