Lo Schiavo contro la liberalizzazione delle trivelle nei mari siciliani

Lo Schiavo contro la liberalizzazione delle trivelle nei mari siciliani

Serena Sframeli

Lo Schiavo contro la liberalizzazione delle trivelle nei mari siciliani

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mercoledì 10 Dicembre 2014 - 08:37

Il Sindaco di Santa Marina Salina scrive all’Unesco per ribadire le sue perplessità in merito alla scelta del Governo Nazionale di semplificare le procedure per le attività di scavo, avocando a se la prerogativa di autorizzare le trivellazioni.

No alla liberalizzazione delle trivelle nei mari di Sicilia: a lanciare l’appello è il Sindaco di Santa Marina Salina, Massimo Lo Schiavo. Dopo l’appello lanciato al Presidente della Regione Siciliana, il Primo Cittadino eoliano ha coinvolto nel dibattito sul Decreto Sblocca Italia direttamente l’Unesco; in una nota inviata a Giovanni Puglisi, Presidente della Commissione Italiana per l’Unesco, il Sindaco ha ribadito le sue perplessità in merito alla scelta del Governo Nazionale di semplificare le procedure per le attività di scavo, avocando esclusivamente a se sia la prerogativa di autorizzare le trivellazioni in terra e in mare sia di individuare le aree a questo preposte.
“La Sicilia – afferma Lo Schiavo- con i suoi sei siti attualmente inclusi nella lista dei Patrimoni dell’Umanità, rappresenta una delle Regioni italiane che, più di altre, contribuisce in maniera decisa a fare dell’Italia la Nazione più rappresentata nell’elenco mondiale, con i suoi cinquanta siti Unesco. Le molteplici peculiarità naturalistiche del territorio, la grande storia della Sicilia e le sue attrattive culturali sono ben raccontate praticamente in ogni angolo della Regione, e fanno della stessa un patrimonio da tutelare nel suo complesso”.
Le ripercussioni che la liberalizzazione delle trivelle potrebbero avere sulla naturale e antica vocazione della Sicilia all’accoglienza preoccupano Lo Schiavo: “L’art. 38 dello Sblocca Italia – si legge nella nota trasmessa all’Unesco – rappresenta plasticamente una di queste scelte non condivisibili. Il rischio che molti luoghi vengano deturpati e snaturati appare evidente: chi agisce legittimamente ma spinto da logiche esclusivamente economiche, difficilmente troverà il tempo di soffermarsi sulla natura, sulla storia e sulla vocazione di un territorio e su come tutelare lo stesso”.
Secondo Lo Schiavo il rischio è di commettere gli stessi errori del passato quando, in nome dell’industrializzazione, chilometri e chilometri di coste sono stati destinati e consegnati agli impianti di raffinazione del petrolio ed alle installazioni petrolchimiche.
Da qui la richiesta del Sindaco Lo Schiavo affinché la Commissione Italiana per l’Unesco intervenga in maniera decisa sul Governo Nazionale di modo che si riconsideri il provvedimento, ripartendo dalla concertazione con le Regioni e con gli Enti Territoriali interessati prima di imboccare una strada potenzialmente senza ritorno.
“Il pericolo è serio, grida d’allarme sono già state lanciate da più parti e appare necessario intervenire rapidamente: – conclude Lo Schiavo – I cittadini, direttamente ed attraverso chi li rappresenta, hanno il diritto di essere coinvolti in scelte così importanti e che andranno a pesare, se sbagliate, esclusivamente sulle loro spalle e sulle spalle delle generazioni future”.

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