Le divisioni nel centrodestra sono enormi ma il centrosinistra non è attrezzato per la sfida in Sicilia. De Luca studia le mosse per rilanciarsi
di Marco Olivieri
PALERMO – Sono mesi di enormi fibrillazioni all’interno dell’Assemblea regionale e della Giunta Schifani. Le indagini giudiziarie, che coinvolgono il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno e l’assessora Elvira Amata, entrambi di Fratelli d’Italia. E poi la polemica contro le cosidette mance elettorali a disposizione dei parlamentari, nel segno della discrezionalità. E ancora: i franchi tiratori, gli agguati nella maggioranza, nell’approvazione della Finanziaria, i sospetti e le contrapposizioni. Quasi un Vietnam parlamentare.
Da parte sua, il presidente della Regione siciliana cerca di tenere la barra dritta anche nel rapporto difficile con gli Autonomisti di Raffaele Lombardo. E non c’è solo il caso Fratelli d’Italia. Pure nel partito di Renato Schifani, Forza Italia, a due anni dal voto, si registrano tensioni.
Con l’eventuale rimpasto di settembre, il presidente metterà d’accordo tutti? In realtà, più che di grane interne, si dovrebbe parlare dei tanti nodi che chi governa deve affrontare. In primis, il problema centrale della sanità in Sicilia. La politica continua a essere troppo autoreferenziale.
Nel frattempo, le opposizioni di centrosinistra, Partito democratico e Movimento Cinquestelle, appaiono ancora più deboli rispetto allo scenario (anche questo critico) nazionale. A parte alcuni lodevoli iniziative, ad esempio nel campo delle politiche sanitarie, Pd e M5S sembrano non cogliere l’importanza di impostare in tempi brevi un credibile progetto in alternativa a chi governa.
La svolta del centrosinistra in Sicilia non c’è. E intanto De Luca studia le mosse in chiave centrodestra
Programmi, idee, nuove classi dirigenti diventano decisivi per imprimere una svolta nella dialettica con la maggioranza. Ma di tutto questo non c’è, quasi, nemmeno l’ombra. Nel frattempo, collocandosi all’Ars in modo autonomo sul versante del centrodestra, in vista di una futura alleanza, Cateno De Luca e Sud chiama Nord studiano le mosse per un rilancio. L’obiettivo minimo è la sopravvivenza politica ma il leader punta ancora ad avere un ruolo di peso, mantenendo un proprio tratto distintivo.
Un sistema bloccato in Sicilia
In questo contesto, se le opposizioni non si sveglieranno molto prima delle elezioni regionali del 2027, la Sicilia continerà ad avere un sistema “bloccato”. Un sistema nel quale, qualunque cosa faccia, il centrodestra continuerà a vincere in ogni caso. Probabilmente due anni non basteranno per rendere contendiible il governo della Regione. Ma se non si inizia a seminare, non ci sarà mai una rinascita politica. E ci saranno sempre parlamentari che si accontenteranno di un posto al sole, mentre l’alternanza e la sfida tra due coalizioni contrapposte rimarranno una chimera.

State facendo peggio della Dc e Psi e Ds, avete la maggioranza, state facendo in modo di consegnare la R.S. a De Luca.