Lotta alla mafia. Gli studenti dell'Albino Luciani incontrano Piero Campagna

Lotta alla mafia. Gli studenti dell’Albino Luciani incontrano Piero Campagna

Cesare Giorgianni

Lotta alla mafia. Gli studenti dell’Albino Luciani incontrano Piero Campagna

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giovedì 07 Marzo 2019 - 07:00

L'incontro nell'ambito di un progetto per la Legalità in collaborazione con Addiopizzo

Lotta alla mafia: un tema e un obiettivo sul quale, a Messina, le luci restano accese grazie anche ai “Progetti Legalità” portati avanti dai responsabili e dagli allievi di alcuni Istituti scolastici. A tal proposito, una delegazione di alunni del XIII Istituto Comprensivo “Albino Luciani”, guidata dalla responsabile del “Progetto Legalità”, prof. Rosalba Salvo (coadiuvata dalla prof. Alina Mondo), ha incontrato Pietro Campagna, fratello di Graziella, vittima innocente di mafia, nei locali dell’Associazione “Addiopizzo” di via Roosvelt 6, divenuto uno dei beni confiscati proprio alla mafia. Un “passo”, questo, verso l’appuntamento del 21 marzo in cui si terrà la “XXIV Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie”

“Attraverso le parole di Pietro, con voce a tratti rotta dalla commozione – hanno scritto in una nota gli alunni che hanno presenziato all’incontro – abbiamo ascoltato il suo racconto, di una famiglia, di una società che è costretta ad assistere, suo malgrado impotente, ad uno di quei delitti efferati ed inspiegabili di mafia. Graziella aveva una storia come tante, era appunto una ragazza come noi e non avrebbe mai pensato che quel pizzino trovato nella tasca di un presunto ingegnere che aveva portato la sua giacca presso la lavanderia in cui Graziella lavorava, avrebbe costituito per lei la sua condanna a morte. Un epilogo atroce che nessuno poteva mai aspettarsi…”

“Mia sorella era una bambina! Cosa poteva avere fatto di male una bambina?” grida ancora quasi soffocato dal dolore Pietro Campagna. “Il folto pubblico ha un sussulto – scrivono ancora gli studenti -, gli occhi sono umidi, tutti sono immersi in un silenzio avvolto di rispetto e commozione. Nessuno è statico, al contrario, si applaude dando a questo gesto un significato attivo: Noi ci siamo e siamo qui per dire no alla mafia”.

“Questo pensiero ci conforta – recita ancora il documento redatto a seguito dell’appuntamento nella sede dell’Associazione antimafia -. Tu, Pietro, non sei solo, noi siamo tutti uniti a combattere la mafia in tutti i modi e siamo sicuri che la lotta parte già dai banchi di scuola per fare arrivare il nostro grido nelle strade, tra la gente. Dalle aule scolastiche, prima ancora che da quelle di giustizia parte il grido di una società civile. Ed è proprio quello che noi facciamo ogni giorno e anche oggi, qui, nei locali di questo bene confiscato alla mafia e ridato alla nostra città, questo è uno di quei cento passi che ci porterà alla giornata del 21 marzo dedicata a tutte le vittime di mafia che sarà un’altra tappa del cammino che noi facciamo trecentosessantacinque giorni l’anno”.

Graziella Campagna, diciassettenne di Saponara che lavorava in una lavanderia di Villafranca Tirrena, fu rapita e uccisa il 12 dicembre 1985. Il suo corpo crivellato da colpi d’arma da fuoco (lupara cal. 12) esplosi da pochi metri di distanza, fu ritrovato due giorni dopo nella zona di Forte Campone di contrada Musolino sui Monti Peloritani. Graziella Campagna fu assassinata perché aveva trovato un’agendina “compromettente” nel taschino della camicia dell’”ingegnere Cannata”. Ma il documento rivela che il vero nome dell’uomo era Gerlando Alberti junior, nipote latitante del boss Gerlando Alberti (precedentemente assicurato alla Giustizia dal generale Carlo Alberto Dalla Chiesa). E ciò le costerà la vita. Furono numerosi i processi che, alla fine di un iter troppo lungo, portarono alla condanna all’ergastolo di Gerlando Alberti junior e Giovanni Sutera, suo guardaspalle che si faceva chiamare Giovanni Lombardo.

Cesare Giorgianni

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