Messina. Estorsioni, armi e droga. 5 collaboratori di giustizia tra i 14 arrestati. NOMI, VIDEO e FOTO

Messina. Estorsioni, armi e droga. 5 collaboratori di giustizia tra i 14 arrestati. NOMI, VIDEO e FOTO

Marco Ipsale

Messina. Estorsioni, armi e droga. 5 collaboratori di giustizia tra i 14 arrestati. NOMI, VIDEO e FOTO

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venerdì 20 Dicembre 2019 - 12:52

Ex collaboratori di giustizia, una volta rientrati in città, si erano adoperati, in forma stabile ed associata, al fine di riaffermarsi nel panorama criminale locale

MESSINA – Estorsioni e traffico di stupefacenti, soprattutto a Giostra ma anche in altre zone della città. Un gruppo mafioso che la Polizia e la Direzione distrettuale antimafia di Messina ritenevano pericolosissimo.

Stanotte decine di agenti delle Squadre Mobili di Messina, Catania e Pescara e del reparto prevenzione crimine di Palermo hanno arrestato 11 persone. Ad altre 3 è stata notificata l’ordinanza nelle carceri di Ivrea e Benevento, in cui si trovavano già detenute per altro motivo.

Ma la notizia più rilevante dell’operazione “Predominio” è che tra loro ci sono cinque collaboratori di giustizia, alcuni in corso d’opera, altri che avevano terminato il proprio compito.

AI VERTICI 4 EX COLLABORATORI DI GIUSTIZIA

I ruoli di primo piano nella nuova associazione mafiosa sono loro. Nicola Galletta forma un proprio gruppo di riferimento con Gaetano Barbera, col supporto di Pasquale Pietropaolo e Salvatore Bonaffini. “Un fiorente sodalizio dedito al traffico di sostanze stupefacenti che, ancorché dotato di autonomia strutturale e organizzativa rispetto alla quasi speculare associazione mafiosa, svolge, in una prospettiva strategica unitaria, la funzione di finanziamento del complessivo progetto criminoso e di ausilio al consolidamento del controllo del territorio”.

Le indagini sono partite a luglio del 2018. Intercettazioni telefoniche e ambientali, servizi tecnico-dinamici sul territorio, analisi di tabulati e le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, in particolare Giuseppe Selvaggio, che è stato utile per documentare il traffico di stupefacenti.

Gli investigatori parlano di “quadro generale particolarmente allarmante”. I quattro ex collaboratori, tornati a Messina, avevano ripristinato i legami con la criminalità organizzata di provenienza ed erano riorganizzati col chiaro intento di riaffermare una posizione di egemonia criminale, a volte in contrasto con i gruppi tradizionali, altre volte in rapporti di convenienza a vicenda.

LE INDAGINI PARTONO DA DUE AGGUATI

Le indagini partono da due agguati. Il 29 aprile 2016 due persone sparano alle gambe del 28enne messinese Angelo Arrigo, in pieno giorno, davanti a tanti clienti del mercato di Giostra. Il 25 gennaio 2017, poi, la scena si ripete davanti al mercato Sant’Orsola e i bersagli sono ancora due membri della famiglia Arrigo: Gaetano e Paolo, rispettivamente padre e fratello di Angelo.

Da qui è venuta fuori una sospetta fitta rete di rapporti tra Galletta, Pietropaolo e Bonaffini. In particolare, Galletta aveva un ruolo preminente, promuovendo, dirigendo ed organizzando, insieme a Gaetano Barbera, incontri e riunioni di una cellula criminale mafiosa di cui facevano parte, oltre a Pietropaolo e Bonaffini, anche Vincenzo Barbera e Cosimo Maceli.

Il 29 agosto 2018, in un ristorante del centro città, c’è un vertice tra gli ex collaboratori di giustizia ed altri noti delinquenti messinesi.

IL TENTATO OMICIDIO CUSCINA’

In questo contesto c’è anche il tentato omicidio di Francesco Cuscinà, il 25 agosto 2018 a Giostra. Dopo un anno, il 18 settembre 2019, erano stati arrestati Paolo Gatto e Giuseppe Cutè, figlio e nipote del boss di Giostra, Puccio Gatto, attualmente al 41 bis. Gatto è estraneo all’operazione “Predominio”, Cutè è invece uno dei 14 arrestati. Secondo il pentito Giuseppe Minardi, tra i mandanti di quel tentato omicidio c’è Gaetano Barbera, stretto collaboratore di Galletta. E il movente sarebbe da ricercare in attriti per la gestione del territorio.

IL SEQUESTRO DI ARMI

Il potenziale del gruppo era elevato. Erano capaci di intimidire e imporre le proprie decisioni e possedevano anche armi. In particolare il 12 febbraio 2019 la Squadra Mobile aveva arrestato e portato in carcere Bonaffini, dopo che aveva trovato e sequestrato a casa sua una pistola a tamburo, due caricatori per altra arma e cartucce di diverso calibro. Il 27 marzo 2019 stessa azione a casa di Gaetano Barbera, dov’era stata trovata, nascosta nella caldaia di un ferro da stiro, e sequestrata una pistola calibro 7.65 con matricola abrasa e munizioni.

Altre armi da fuoco, secondo le intercettazioni, erano a disposizione di Galletta, Maceli e di un altro ex collaboratore di giustizia, Antonino Stracuzzi.

L’ESTORSIONE

Riconquistavano il territorio tramite danneggiamenti e intimidazioni. A gennaio 2019, Nicola Galletta, Gaetano Barbera e Giuseppe Cutè hanno estorto al titolare di una sala giochi e centro scommesse a Giostra parte della sua liquidazione, minacciandolo per farlo dimettere e acquisirne la proprietà.

TRAFFICO DI STUPEFACENTI

Ma l’attività principale era il traffico di sostanze stupefacenti. Un’associazione stabile composta da Galletta, Bonaffini, Pietropaolo, Maceli e Orazio Bellissima. Fornivano marijuana e cocaina a singoli spacciatori, che poi la rivendevano ai consumatori. Di spaccio di stupefacenti devono rispondere anche Vincenzo Barbera, che era ai vertici del gruppo, Alberto Alleruzzo, Michele Alleruzzo, Angelo Arrigo, Stellario Brigandì e Giovanni Ieni, quest’ultimo l’unico ad aver “risparmiato” il carcere e posto ai domiciliari.

10 PERSONE ARRESTATE E PORTATE IN CARCERE

Alberto Alleruzzo (38 anni), Michele Alleruzzo (37 anni), Angelo Arrigo (31 anni), Vincenzo Barbera (51 anni), Orazio Bellissima (61 anni), Stellario Brigandì (52 anni), Nicola Galletta (già collaboratore di giustizia, 52 anni), Cosimo Maceli (55 anni), Pasquale Pietropaolo (già collaboratore di giustizia, 50 anni), Antonino Stracuzzi (già collaboratore di giustizia, 45 anni).

3 CON NOTIFICA IN ALTRE CARCERI DOVE SONO DETENUTI PER ALTRO MOTIVO

Gaetano Barbera (già collaboratore di giustizia, 49 anni), Salvatore Bonaffini (già collaboratore di giustizia, 47 anni), Giuseppe Cutè (39 anni).

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