Messina. Grave carenza di celle al Gran Camposanto, revocate 120 concessioni

Messina. Grave carenza di celle al Gran Camposanto, revocate 120 concessioni

Gianluca Santisi

Messina. Grave carenza di celle al Gran Camposanto, revocate 120 concessioni

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lunedì 07 Marzo 2022 - 15:28

Decisione del commissario Santoro dopo l'accertamento dell'Asp: in deposito 435 salme in attesa di tumulazione

MESSINA – La grave carenza di loculi al Gran Camposanto, acuita anche dall’aumento di decessi provocato dal Covid, ha costretto il commissario straordinario Leonardo Santoro a revocare la concessione di 120 celle, identificate nel Muro a Colombaia “A”, a sinistra nella fila 1 dal n° 1 al n° 60 e nella fila 2 dal n° 61 al n° 120. La decisione scaturisce dal verbale di accertamento dell’Asp trasmesso al Comune di Messina lo scorso 11 febbraio, dal quale risulta che nel deposito del Gran Camposanto sono contenute al momento 435 salme, con un valore prossimo al livello di saturazione. Che la capienza del deposito sia quasi al collasso era cosa nota. Anche la Uil, il mese scorso, aveva denunciato l’insufficienza di posti per la tumulazione nel Cimitero monumentale di Messina.

Considerato anche che a causa dalla pandemia nell’ultimo triennio si è registrato un elevato numero di decessi, il commissario Santoro ha deciso di procedere alla revoca di 120 concessioni. “Visto il prevalente interesse pubblico al fine di mitigare la possibilità di generare un problema igienico sanitario al Gran Camposanto – ha spiegato il commissario Santoro – causato dall’impossibilità di tumulare le salme presenti al deposito, si  è reso necessario provvedere ad una azione di reperimento di celle all’interno del Gran Camposanto. Pertanto, considerato che nel Muro denominato Colombaia “A”, relativamente alla parte sinistra, sussistono 120 celle con defunti tumulati da ben oltre 50 anni, per far fronte alla grave emergenza riscontrata di quasi 500 salme in attesa di tumulazione sono state revocate le relative concessioni cimiteriali”.

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2 commenti

  1. CIMITERO TERRA DI NESSUNO

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  2. Il cimitero sarebbe la vera risorsa del comune, basterebbe mettere a profitto il riuso delle tombe abbandonate riassegnandole a chi le richiedesse, con asta pubblica, e con i proventi recuperare quelle familiari a più loculi, attribuendole a tariffa a chi richiedesse la sepoltura nel monumentale. Girerebbe l’economia, si ripristinerebbe il decoro, e si eviterebbero situazioni come quelle esposte nell’articolo.

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