Quei messinesi che sembrano godere di ciò che va male per dire che hanno ragione

Quei messinesi che sembrano godere di ciò che va male per dire che hanno ragione

Marco Ipsale

Quei messinesi che sembrano godere di ciò che va male per dire che hanno ragione

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martedì 15 Novembre 2022 - 07:30

Lamentarsi dei ritardi è giusto e spendersi per ridurre le lungaggini dei cantieri è necessario. Ma le esperienze negative non possono indurre a non fare più nulla

Ci eravamo dati dieci minuti di tempo ma era scommessa da vincere facile. “E vogliono fare il Ponte” era il commento atteso alla notizia del fermo dei lavori sul viadotto Ritiro, smentita dall’azienda Toto mentre la Uil parla di ranghi ridotti e il Cas conferma la regolare prosecuzione. Nella speranza che le opere possano concludersi, anche perché siamo davvero alle battute finali, torniamo ad analizzare il comportamento sociale di quei messinesi che sembravano non aspettare altro per poter affermare tronfi “l’avevo detto io”.

Di minuti ce ne sono voluti anche meno di dieci, basta guardare la nostra pagina Facebook per trovare diversi commenti prevedibili.

Stadio, Palacultura, svincolo di Giostra: storie di ritardi

Purtroppo, è un dato di fatto, in Italia, ma ancor più al Sud e forse ancor più a Messina, i cantieri subiscono continui intoppi e i tempi previsti vengono rispettati raramente. Fermo restando che lievi ritardi sono fisiologici, tanto da considerare in ogni appalto la voce “imprevisti”, la storia narra di alcune opere diventate odissee: lo stadio Franco Scoglio, il Palacultura, lo svincolo di Giostra. Dovevano essere realizzate in quattro o cinque anni, tempi normali in altre parti del mondo, da noi sono serviti vent’anni o più.

Lamentarsi dei ritardi è giusto. Non per questo, però, ci si deve rassegnare. Il malcostume va combattuto, non accettato. E, soprattutto, non si può per questo pensare di non fare nulla. Per alcuni lo stadio sarà scomodo, per altri il Palacultura sarà brutto, per altri ancora lo svincolo di Giostra sarà tortuoso. Ma sono infrastrutture utili per una città che ne ha un disperato bisogno. I cantieri portano disagi, è inevitabile, ma non per questo non si devono aprire. Sono un “male” da sopportare in vista di un bene futuro. Nelle città vive, quelle in cui girano economia e benessere, è un pullulare di cantieri.

Meglio non fare niente?

Sarebbe forse stato meglio non costruire lo stadio, il Palacultura o lo svincolo di Giostra? Certamente no. Anzi, bisogna fare ancora tanto altro. A Messina, per anni, si è fatto poco o nulla e in parte anche per questo la città è rimasta ferma mentre altrove si progrediva. 280mila abitanti negli anni ‘80, oggi 220mila con tendenza a proseguire verso il basso.

Via don Blasco

Le opere pubbliche producono economia e migliorano la vita dei cittadini. Un piccolo passo avanti, ad esempio, lo faremo con la via don Blasco. Anche lì i ritardi non mancano (più contenuti rispetto ad altre opere) ma a giorni (anche se la data è stata più volte rimandata) dovremmo finalmente poter usufruire di un tratto continuativo di due chilometri che sarà un’alternativa alla congestionata via La Farina.

Solo due strade a sud e due a nord

Messina soffre la mancanza di strade: solo due a sud (via Consolare Valeria e la strada statale 114) e solo due a nord (via Consolare Pompea e la strada Panoramica dello Stretto). Ma, tra le due, è più penalizzata la zona nord perché non c’è neanche la tangenziale, che arriva fino a Giostra e, tramite le gallerie San Jachiddu, all’Annunziata. Ecco perché sulla riviera nord, fino a Ganzirri e Torre Faro, si creano spesso code.

I progetti mai partiti

Eppure le soluzioni ci sarebbero: a sud la via del mare, che da decenni rimane un progetto su carta (di recente aggiornato per il tratto Contesse – Tremestieri), a nord la strada Annunziata – Pace, che è ancora solo uno studio di fattibilità. Oppure, volendo pensare più in grande, c’è anche il progetto per la tangenziale nord, da Giostra a Torre Faro, che è inserito tra le opere funzionali nel progetto del Ponte sullo Stretto. Si potrebbe realizzare anche senza ponte, in teoria, ma il costo è elevato (400 milioni) e si scontra con le proteste degli ambientalisti: poco più di 10 km, a monte della Panoramica, di cui il 65 % (6.850 metri) in galleria, il 15 % (1.545 metri) in viadotti e il rimanente 15 % all’aperto (mezza costa, trincea, rilevato), con svincoli intermedi a Curcuraci e Ganzirri, 5 gallerie, di cui 4 naturali (Faro Superiore, Balena, Le Fosse e Serrazzo), una artificiale (Balena) e 5 viadotti (Pantano, Curcuraci, Pace, Ciccia e Annunziata).

Un progetto certamente non a basso impatto ambientale ma neppure superiore, ad esempio, ai 42 km (di cui 37 in galleria) del raddoppio ferroviario Giampilieri – Fiumefreddo, sulla Messina – Catania, i cui lavori sono iniziati da poco e su cui non si sono registrate grandi opposizioni se non quelle dei Comuni che hanno chiesto alcune modifiche di tracciato.

L’ospedale Papardo e le ambulanze imbottigliate nel traffico

Una terza strada in zona nord, che sia la “piccola” Annunziata – Pace o la “grande” tangenziale, o meglio ancora entrambe, è comunque necessaria per consentire collegamenti adeguati da e verso il centro città, soprattutto se si pensa che lì si trova l’ospedale Papardo, il secondo della città, e a volte le ambulanze restano imbottigliate nel traffico. Né l’ipotizzata Metromare faciliterebbe i collegamenti in tal senso perché è impensabile possa servire per trasporti d’urgenza. Così, se è vero che in teoria un ospedale è più importante di una strada o di un ponte, è anche vero che la strada e/o il ponte diventano altrettanto importanti per raggiungere velocemente gli ospedali e anche altri luoghi.

In Sicilia si possono fare cose buone?

Ecco perché è benaltrismo dire che servono prima gli ospedali delle strade: servono contemporaneamente entrambi, soprattutto in un territorio che ne è carente, a maggior ragione visto che le opere pubbliche non si realizzano da un giorno all’altro. Né i ritardi, le infiltrazioni mafiose, i disagi possono essere una giustificazione per non fare. Anzi, sono uno sprone a impegnarsi per combattere il malcostume e dimostrare che anche in Sicilia le cose buone si possono fare. Sempre che vogliamo si cambi in meglio.

19 commenti

  1. Articolo completo e veritiero. Il messinese il Clacson lo sa suonare molto bene, sulla seconda terza e quarta fila è assolutamente specializzato mentre ha il master sul lancio della munnizza per strada. Per il resto è molto invidioso.

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  2. Ma puntare sul trasporto pubblico no?
    Forse costa meno di 400 milioni (i primi)

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  3. Avete dimenticato il porto di TREMESTIERI. La pubblicità recita ” una autostrada da a…mare”

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  4. Il problema non è (soltanto) la mafia, il vero problema è rappresentato da una classe dirigente formata da persone che non sanno nemmeno qual è la mano destra e quale la sinistra, che non rappresentano i cittadini e gli interessi della collettività ma solo i propri, che non lottano per ottenere la fine di un’opera ma fanno si che ritardi perchè sui ritardi si lucra. Se così non fosse, non si finirebbero i lavori per poi scoprire che va fatta una variante al progetto, non saremmo in queste condizioni al porto di tremestieri ed i dirigenti del CAS terrebbero una conferenza stampa alla settimana per aggiornare la cittadinanza sull’andamento dei lavori. Invece? Mi dispiace non avere proposte, vorrei, ma ci avvitiamo su noi stessi. Nemmeno De Luca, con tutte le buci che ha fatto, ha mai parlato di questo svincolo. Strano? No. Così è(se vi pare).

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  5. Parlare male della propria città non è soltanto cercare di avere ragione; spesso può capitare che sia questa la ragione, ma quando sono troppe le persone che parlano male è sintomo che le cose in realtà sono come da questi vengono descritte.
    Qui si ha la sensazione che la negatività parta da noi stessi, il che è un po’ vero; ma quando si va fuori in altre località per vacanza o lavoro,e ci si trova di fronte a contesti dove tutto funziona,dove la stessa collettività pare educata e civile e dove praticamente usare l’auto propria non serve, allora si capisce in automatico che non è che a lamentarsi si è in difetto,ma si è semplicemente realisti;realisti e consapevoli che nella nostra città niente va bene.Diamoci una svegliata?
    Certamente,ma quante volte dobbiamo svegliarci per toglierci tutti quanti da questo declino,quante volte dobbiamo sempre noi darci una mossa,e tutto il resto invece non fa niente?

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  6. Adesso, la colpa è dei Messinesi disfattisti e qualunquisti?

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  7. francesco crupi 15 Novembre 2022 10:54

    ma che articolo è ??? ma che significa che i messinesi godono dei problemi…!! perchè non iniziate voi a fare vera cronaca… perchè non individuate i responsabili degli errori, dei ritardi, delle incompetenze….. con nomi e cognomi…facile giustificare tutto e tutti…ma svegliatevi!!!!!!

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  8. Non una parola sui villaggi che volevano dar vita al comune Montemare. Segnalo per chi non fosse al corrente , che il territorio del comune di Messina si estende fino a ponte Gallo, Villafranca Tirrena. Ne consegue che progetti per migliorare la mobilità dovrebbero riguardare l’intero territorio, inclusi i villaggi situati nella parte Nord della città. In altri termini, Messina non finisce a Torre Faro.

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  9. Nicolò puliafico 15 Novembre 2022 11:20

    senza dimenticare il teatro atteso x oltre 30anni

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  10. Ho letto attentamente l’articolo dal giornalista Marco Ipsale.
    Condivido le sue opinioni.
    In un momento in cui la città di Messina è in piena crisi economica , con una emigrazione di centinaia giovani,ogni anno,è necessaria una ripresa urgente delle attività commerciali e un forte potenziamento dell’attività turistica a Messina.
    Desidero però che venga attentamente ed in maniera molto approfondita affrontato l’argomento sugli effetti della costruzione del ponte sullo stretto sulla zona a nord di Messina.
    Centinaia di case totalmente distrutte ,i villaggi di Ganzirri e Torre Farò totalmente sconvolti per oltre 10 anni.

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  11. Davvero un bell’articolo. Io cmq, citerei tra le opere da fare anche la seconda galleria Giostra-Annunziata, uno svincolo a Giampilieri (utile anche ai fini di protezione civile). Il progetto della strada granatari-mortelle, quello del lungomare maregrosso ma soprattutto come citato in un commento precedente: il PORTO DI TREMESTIERI, importantissimo per liberare una parte della città dalla schiavitù del gommato ed i cui lavori SONO FERMI!!!

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  12. Giacomo De Salvo 15 Novembre 2022 15:38

    Davvero un bell’articolo. Io cmq, citerei tra le opere da fare anche la seconda galleria Giostra-Annunziata, uno svincolo a Giampilieri (utile anche ai fini di protezione civile). Il progetto della strada granatari-mortelle, quello del lungomare maregrosso ma soprattutto come citato in un commento precedente: il PORTO DI TREMESTIERI, importantissimo per liberare una parte della città dalla schiavitù del gommato ed i cui lavori SONO FERMI!!!

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  13. Giacomo De Salvo 15 Novembre 2022 15:40

    Davvero un bell’articolo. Io cmq, citerei tra le opere da fare anche la seconda galleria Giostra-Annunziata, uno svincolo a Giampilieri (utile anche ai fini di protezione civile). Il progetto della strada granatari-mortelle, quello del lungomare maregrosso ma soprattutto come citato in un commento precedente: il PORTO DI TREMESTIERI, importantissimo per liberare una parte della città dalla schiavitù del gommato ed i cui lavori attualmente SONO FERMI!!!

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  14. Sono anni che Tempostretto pubblica articoli in cui vengono riportati pari pari le conferenze stampa con la proroga dei tempi di consegna dell’opera, da semplici cronisti… Senza nessun intervento critico sulla dilatazione dei tempi di realizzazione di un viadotto di vitale importanza per la circolazione stradale della città e per i tempi di percorrenza dei tantissimi pendolari. Guarda un pò che adesso la colpa è dei messinesi che guardano con diffidenza l’inizio di ogni nuova opera a Messina. Ve lo ricordate che il 14 marzo avete scritto consegna entro l’autunno? E che il 23 dicembre 2021 avevate scritto lavori finiti entro il 15 marzo? andando più indietro… ce lo ricordiamo quando il 16 settembre 2019 annunciavate la fine dei lavori a gennaio 2020? Che differenza c’è tra il Ponte Polcevara, abbattutto e ricostruito in 12 mesi, e il Ritiro?

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  15. Meglio morire di inedia,intanto la frana di Letojanni attende la torta dei 10 anni .Auguri
    Quali lavori sono iniziati e finiti ???
    Lungo elenco senza fine

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  16. è per questo che messina dovrebbe essere rasa al suolo

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  17. Se adesso bisogna stare pure zitti……….
    Non è tanto per criticare, ma sono dati di fatto.
    Anni….anni…..anni.
    Coincidenze…..non penso.
    Ditemi un’opera importante fatta nei tempi previsti………foglio bianco.
    Articolo incompleto……le incompiute o fatte male sono tantissime.
    Frana di Letojanni…..bretelle Annunziata…..
    Purtroppo è così.

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  18. Senza se…e senza ma…si a tutti questi progetti…. basta che vengano realizzati….non polemiche sterili….la gente vuole fatti…

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  19. Viviamo una condizione di profonda arretratezza, le infrastrutture sono rimaste al tempo dei Borboni.
    20 anni per realizzare il viadotto Ritiro, e ancora non si sa quando sarà operativo, quasi dieci anni per la frana di Letojanni sulla A18, un’ora e venti minuti per un treno regionale per collegare Taormina con Messina (una media di 30 km orari) e l’elenco sarebbe infinito.
    Ma perchè questo ricatto dell’ “insieme al ponte si fa tutto il resto….” ?
    E con quali basi si può credere a questo?
    Io rivendico il diritto di poter dire che prima del ponte vengono tante altre cose più importanti.

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