Piana di Gioia Tauro, nasce il Coordinamento dei movimenti per la difesa del territorio

Piana di Gioia Tauro, nasce il Coordinamento dei movimenti per la difesa del territorio

Redazione

Piana di Gioia Tauro, nasce il Coordinamento dei movimenti per la difesa del territorio

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lunedì 23 Maggio 2022 - 07:20

La “casa comune” di cittadini e realtà associative della Tirrenica per dire “no” a rigassificatore, potenziamento del termovalorizzatore e rischi ambientali

CINQUEFRONDI – Nasce il Coordinamento dei Movimenti per la difesa del territorio: sarà questa la casa comune delle diverse realtà associative e delle singole persone della Piana di Gioia Tauro che hanno deciso di mobilitarsi insieme dopo la riesumazione, da parte del governo regionale, di progetti scellerati come il raddoppio dell’inceneritore e il rigassificatore.

«Fermare lo scempio e proporre alternative sostenibili»

«Il nome, deciso nella riunione tenutasi sabato scorso presso la sala consiliare del Comune di Cinquefrondi indica chiaramente scopi e modalità di questa nuova realtà, nata – si legge in una nota diramata alla stampa – dall’incontro e dal confronto di soggetti con sensibilità ed esperienze diverse, ma accomunati dalla voglia di costruire un futuro possibile, sano e sostenibile per i nostri territori: fermare i progetti in questione e proporre delle alternative, sono il solo modo per tutelare risorse, salute e tasche del territorio e dei cittadini!

Il presidente Occhiuto dice che Gioia Tauro deve essere la locomotiva del Paese. Il presidente Draghi, intervenendo qualche giorno fa al forum “Verso il Sud” a Sorrento, ha dichiarato che il Sud deve diventare l’hub europeo per l’energia verde. Nonostante la grande enfasi con cui ce lo dicono, la cosa però non c’inorgoglisce per nulla, anzi ci fa paura il pensare di voler ancora una volta sacrificare questi territori in nome d’interessi “più alti”».

La Tirrenica, una “colonia”? «Non ci sta bene»

«Un ruolo di colonia, quello che da sempre hanno affibbiato a questi territori con il beneplacito di ‘ndrangheta, classi dirigenti e imprenditori, al soldo del profitto, che contestiamo fortemente. Basti pensare alla produzione energetica: la Calabria da anni esporta circa i due terzi dell’energia prodotta. Eppure – si evidenzia –, a parte qualche manciata di posti di lavoro, questo sacrificio in nome dell’interesse del Paese non ha impedito la chiusura di ospedali, l’erosione dei servizi, i tagli progressivi ai bilanci degli enti locali, l’emigrazione dei nostri giovani. Il domani lo vogliamo immaginare diverso. Tuttavia ancora ci vengono a proporre impianti e centrali: l’inquinamento e i danni qui, sul nostro territorio, mentre i benefìci per il resto del Paese e per l’Europa».

«Informeremo su rischi e danni legati a questi impianti»

Uno scenario che non convince neanche un po’ gli animatori del nascente Coordinamento, intenzionato a mettere in campo «un lavoro capillare d’informazione rispetto ai rischi e ai danni legati a impianti come l’inceneritore e il rigassificatore, e soprattutto alle alternative sostenibili a queste scelte che ci dicono obbligate, ma obbligate non sono», come pure a «costruire collettivamente e in maniera partecipata proposte e strategie per assicurare un futuro ai nostri territori, da contrapporre al nulla che si cela dietro i grandi proclami e dietro queste scelte scriteriate. Scelte che negli anni hanno visto il Paese Italia multato, per milioni di euro, per non aver rispettato le stesse direttive comunitarie!».

Prossima mossa, lo sbarco su Internet con un sito web ufficiale e i vari canali social del Coordinamento, ma pure «nelle piazze, con una serie d’iniziative in programma».

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