Accorinti e il dissesto a "corrente alternata" tra Comune ed ex Provincia

Accorinti e il dissesto a “corrente alternata” tra Comune ed ex Provincia

Rosaria Brancato

Accorinti e il dissesto a “corrente alternata” tra Comune ed ex Provincia

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venerdì 25 Agosto 2017 - 09:27

"Il dissesto è nei fatti" dichiarò Accorinti in campagna elettorale. Diventato sindaco però ha cambiato idea. "Il dissesto è nei fatti" dichiara il commissario Romano per l'ex provincia. Ed il sindaco metropolitano avvia l'iter.

Accorinti sindaco del Comune di Messina, che di fronte ad un dissesto conclamato opta da 4 anni per un Piano di riequilibrio-fantasma, non deve essere la stessa persona dell’Accorinti sindaco metropolitano di Messina, che di fronte ad una futura sofferenza finanziaria dell’Ente decide per la dichiarazione immediata di dissesto.

O il primo cittadino ha un problema di doppia personalità oppure è un po' umorale, non si spiegherebbero altrimenti posizioni diametralmente opposte.

DISSESTO AL COMUNE

Nel giugno 2013 il commissario Luigi Croce incontrò gli allora candidati sindaci avvisandoli di una situazione di dissesto nei fatti (come direbbe oggi il commissario Romano “il dissesto non è una scelta politica ma è matematica”). Nel 2013 Accorinti candidato la pensava allo stesso modo e a Tempostretto dichiarava: “Il dissesto è nei fatti”. Insediatosi a Palazzo Zanca ha subito cambiato idea e da 4 anni siamo alle prese con un Piano di Riequilibrio (che peserà sulle prossime generazioni per i prossimi 30 anni), rimasto più un fantasma o una leggenda metropolitana che un dato reale. Si sono alternati 3 assessori al bilancio, Signorino-Eller-Cuzzola ma attualmente gli strumenti contabili sono impantanati tra debiti fuori bilancio non ancora definitivamente quantificati, ritardi, rimpalli di responsabilità. Le ultime dichiarazioni dell’assessore Cuzzola lasciano basiti e fanno trapelare una situazione ancora gravissima e lontana dalla soluzione.

DISSESTO EX PROVINCIA

Nell’agosto del 2017 un altro commissario, in questo caso Filippo Romano, dichiara “il dissesto dell’ex provincia è nei fatti” e fa riferimento, in un atto d’indirizzo, non ad una mole di debiti schiaccianti (anzi lui stesso ammette d’aver ereditato una situazione positiva) ma ad un problema “strutturale”, ovvero il prelievo forzoso da parte del governo nazionale che unito alla diminuzione dei contributi regionali, aggraverà la situazione delle casse. Si tratta quindi di una dichiarazione di dissesto preventiva più che di un disastro conclamato. Accorinti, a differenza di quanto fatto per il comune di fronte ad una dichiarazione identica da parte dei due commissari, il 16 agosto fa un copia incolla dell’atto d’indirizzo di Romano e dichiara “il dissesto è nei fatti”. Mentre a Palazzo Zanca sui bilanci 2014-2015-2016-2017 sta succedendo di tutti, si fanno salti mortali e anche acrobazie, a Palazzo dei Leoni pare di aver a che fare con un ventriloquo. Accorinti, che pure è sindaco metropolitano quindi ha una responsabilità anche politica delle scelte, si è limitato a ripetere pedissequamente quanto dichiarato dal commissario Romano. Quest’ultimo, probabilmente pensando “dopo di noi il diluvio” si appresta a lasciare l’incarico che ricopre, sia pure con ruoli diversi, dall’estate del 2013, ma di fatto, dal giugno 2016 quando si è insediato Accorinti come sindaco metropolitano, ha continuato a gestire anche politicamente l’Ente intermedio.

Entrambi, sia Romano che Accorinti (nei prossimi mesi sarà nominato anche il commissario che sostituirà il sindaco metropolitano), lasciano ai “posteri” un terreno minato, sorvolando sul fatto che la decisione sul dissesto o meno dell’Ente dovrebbe essere presa da chi lo amministrerà nel 2018, attraverso un’elezione diretta.

Sia Romano, scelto da Crocetta, che Accorinti, diventato sindaco metropolitano in seguito all’automatismo della riforma delle ex province (lui a onor del vero ha sempre contestato questa modalità che non condivide) non sono stati eletti, ma nominati.

Se al Comune ad un dissesto nei fatti l’amministrazione ha risposto con un Piano di riequilibrio ed alla Provincia con un futuro dissesto sindaco e commissario blindano il dissesto, ne consegue che si tratta di una scelta politica e in quanto tale dovrebbe comunque e sempre essere presa da chi è stato delegato dai cittadini ad amministrare quel territorio.

E’ la politica che sceglie e non sceglie. Se così non fosse, se cioè davvero la dichiarazione di dissesto fosse un dato di fatto e non frutto di una decisione politica, non si comprende perché quel “2 più 2” che a Palazzo dei Leoni fa 4, a Palazzo Zanca diventa 12.

Rosaria Brancato

6 commenti

  1. Beh, credo che mentre al comune accorinti ha una pletora di “consiglieri”personali a cui non conviene dichiarare il dissesto e cercare di tirare sino alle prossime elezioni e lasciare la patata bollente nelle mani di altri (non vedono l’ora) alla città metropolitana non ha altri riferimenti che il commissario il quale ha ritenuto di rendere manifesta la situazione deficitaria solo ora, poco prima della sua sostituzione. In ogni caso il buon renato non ha contezza ne dell’uno nè dell’altro incarico!

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  2. Carlo Cucinotta 25 Agosto 2017 11:03

    E questa è “onestà intellettuale” ?

    Accorinti si è dimostrato peggiore di “quellicheceranoprima” perchè ha tradito il programma elettorale (SI al dissesto – i libri in Tribunale – chi ha sbagliato deve pagare, ha “rubato la speranza” di cambiamento ai messinesi, er ora è complice del fallimento della Città Metropolitana (della quale non h mai capito il valore.
    E’ probabile che la Città di Messina fallisca ma se, utilizzando la Politica,si impedisse il fallimento della Città Metropolitana potremmo piangere con un occhio; invece Renato Accorinti sta affossando tutto !

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  3. “Trampi pissi no uari”

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  4. cammellinodipeluche 26 Agosto 2017 09:22

    Comunque dare colpe ad Accorinti è diventato sport cittadino…non lo difendo sotto l’aspetto di amministratore poichè si è dimostrato “incapace” ..non voleva diventare sindaco della città metropolitana perchè sapeva di non essere capace di gestirla…aveva già difficoltà col comune….e la politica gli ha imposto Romano come il classico Virgilio come guida…ma si è rivelato invece un Caronte…fermandosi solo all’inferno…Accorinti all’ex provincia firma solo le carte che gli passano…tante cose neanche le conosce…non si è capito che la Città metropolitana abbraccia 108 comuni…e senza controllo del territorio sarebbe stato inutile andare avanti…bisognava definirlo prima questo stillicidio.

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  5. cammellinodipeluche 26 Agosto 2017 09:32

    DISSESTO!! D.ssa Brancato, Lei menziona “(Romano)dall’estate del 2013, ma di fatto, dal giugno 2016 quando si è insediato Accorinti come sindaco metropolitano, ha continuato a gestire anche politicamente l’Ente intermedio.”..questo lo sanno anche i muri e non si comprende come la situazione si sia perpetrata nei mesi e mesi..ci si chiede se sono leciti alcuni atti,lecite le nomine..il comandante della polizia si dice sia stato messo li da Romano ma dal momento in cui è subentrato Accorinti ci sono “carte” che ne certificano la sua permanenza? E sicuramente tante altre. Sanno tutti che Accorinti passi poco tempo a Palazzo dei Leoni..chi gestisce tale Palazzo? Pertanto di cosa parliamo? La politica ha sgretolato tutto,altro che viceprefetto!!

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  6. I bandi e le modifiche regolamentari, a tutt’oggi, fatti sartorialmente, approvati da un garante dello stato quale esso è, mah forse poco attenzionati!

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