L'ufficio di presidenza finisce di nuovo sotto accusa: si va verso la sfiducia

L’ufficio di presidenza finisce di nuovo sotto accusa: si va verso la sfiducia

Redazione

L’ufficio di presidenza finisce di nuovo sotto accusa: si va verso la sfiducia

martedì 02 Dicembre 2008 - 14:45

Stavolta è il capogruppo del Pdl Capurro ad attaccare: «Non rappresenta adeguatamente il consiglio, spesso non siamo tutelati». Replica Cilento dell'Udc: «Non viene aiutato, troppi -disturbatori- in aula»

Dopo le ultime, arroventate battute del consiglio comunale di oggi, a finire nuovamente sul banco degli imputati è il presidente del consiglio comunale Pippo Previti, già oggetto di un ordine del giorno di sfiducia presentato qualche settimana fa da Nello Pergolizzi del Pdl e, ricordiamolo, mai ritirato. Oggi ad attaccarlo è il capogruppo del Pdl, Pippo Capurro, spalleggiato da altri colleghi di partito, che hanno abbandonato l’aula dopo l’intervento forte di Mariano Massaro dell’Orsa. «Questo ufficio di presidenza – dichiara Capurro – allo stato attuale non rappresenta adeguatamente il consiglio comunale. C’è poca attenzione nei riguardi dei gruppi politici. Chiederemo dunque un incontro con l’intera coalizione di maggioranza per decidere sul da farsi. I consiglieri comunali spesso non si sentono rappresentati né tutelati, come dimostra quanto accaduto oggi con i lavoratori dell’Atm».

Sembra discostarsi da questa posizione Bruno Cilento, capogruppo de Il Centro con D’Alia: «Di quale ufficio di presidenza si parla, visto che in aula quasi sempre c’è il solo Previti? Il presidente non viene certo aiutato e agevolato da nessuno, in molti si divertono a creare difficoltà. Ci sono troppi -disturbatori- in aula, che a volte di proposito attaccano il presidente. Si invoca tanto la maggioranza, ma dov’è quando si deve difendere il presidente del consiglio?».

In serata arriva la controreplica di Capurro: «Capisco la difesa d’ufficio, ma il collega Cilento, così come tutto il gruppo Il Centro con D’Alia, non era presente oggi in aula e non sa cosa è successo. Sappia che quando parliamo di tutela dei consiglieri difendiamo anche lui».

Nel dibattito si inserisce anche il capogruppo di -Rialzati Messina-, Salvatore Ticonosco: «Per quanto mi riguarda, abbandonando l’aula questa mattina non ho voluto sfiduciare l’ufficio di presidenza, ma semplicemente esprimere un disappunto verso la gestione dei lavori in quel preciso momento, quando per l’ennesima volta il consiglio comunale veniva offeso in aula. E’ una cosa che non possiamo accettare. Per il resto, è inutile voler creare spaccature nella maggioranza che non esistono, ci ricompatteremo come sempre».

(nella foto di Dino Sturiale: Capurro)

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