Ponte sullo Stretto, nessuna giustificazione per non fare (anche) altro

Ponte sullo Stretto, nessuna giustificazione per non fare (anche) altro

Marco Ipsale

Ponte sullo Stretto, nessuna giustificazione per non fare (anche) altro

martedì 14 Maggio 2024 - 10:55

Se l’opera verrà realizzata non vedrà la luce prima dei prossimi dieci anni. Nel frattempo bisogna lavorare su tanto altro

I moderati sono quasi in minoranza. Ci sono i sì Ponte oltranzisti, quelli per i quali va fatto a tutti i costi perché darebbe al territorio in declino occasioni di rinascita. E poi i no Ponte oltranzisti, quelli secondo cui la costruzione sarebbe una sciagura che distruggerebbe il territorio.

Ormai sembra una gara tra tifoserie. Da una curva parte un coro, dall’altra la risposta. Tutto condito da una campagna elettorale in corso per le europee, che non fa altro che peggiorare il dibattito, perché si sa che in questi casi annunci e controannunci si sprecano.

Terra di scontro

Che l’annuncio di via libera del Cipess (il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile) entro il 30 giugno fosse inverosimile era chiaro a molti, a partire da quelli che protestavano dicendo che era impossibile chiudere l’iter progettuale in così poco. Ma anche la richiesta di più tempo, da parte della società Stretto di Messina, è diventata terra di scontro.

E così sembra venirne fuori una al giorno. Un quotidiano online riporta le affermazioni dell’ingegner Antonino Risitano, secondo cui il Ponte non si può fare per l’impossibilità di testare i cavi. La società Stretto di Messina replica che sì, si può fare. Non manca, ovviamente, la controreplica di chi contesta la replica.

Repubblica riporta un “nuovo allarme: il pilone calabrese sulla faglia attiva”. Ciucci smentisce subito.

Ma cosa può saperne il cittadino medio di questioni così tecniche?

La terza categoria

Fra gli “assolutamente sì Ponte” e gli “assolutamente no Ponte” c’è una terza categoria: quelli che credono che sì, forse un Ponte potrebbe essere utile, del resto nel mondo ne hanno costruiti tanti, ma hanno scarsa, scarsissima fiducia nei confronti della Politica e di tutto ciò che ruota intorno al progetto.

Una scarsa fiducia giustificata dal fatto che ormai da decenni la Sicilia sconta un grande divario infrastrutturale col resto d’Italia e d’Europa. E nell’ultimo decennio, cioè nel periodo in cui il progetto del Ponte è stato prima fermato e poi riattivato (leggi 221/2012 e 58/2023), non è cambiato granché. I Governi? Tre Pd (Letta, Renzi e Gentiloni dal 2013 al 2018), poi i 5 Stelle (due governi Conte dal 2018 al 2021, il primo con la Lega e il secondo col Pd) e Draghi (dal 2021 al 2022 la maxi coalizione).

Qualcosa si muove…

Di recente, in verità, qualcosa si sta muovendo. Ancora poco rispetto a ciò che serve ma un piccolo segnale di controtendenza rispetto al nulla (o quasi) degli anni precedenti.

Qualche esempio sul fronte ferroviario: ad agosto 2022 sono finalmente iniziati i lavori di raddoppio della Messina – Catania, a dicembre 2018 il raddoppio della Catania – Catenanuova e di recente della parte restante Catenanuova – Fiumetorto (linea Catania – Palermo), i lavori in corso per la riattivazione della Palermo – Trapani, l’ammodernamento della Siracusa – Ragusa – Caltanissetta, la ripresa del raddoppio Cefalù – Castelbuono (linea Messina – Palermo, mentre attendiamo notizie per la parte restante fino a Patti).

Sul fronte stradale, invece, in Sicilia Orientale a dicembre 2023 l’autostrada è stata prolungata fino a Modica (220 km da Messina), a maggio 2023 sono iniziati i lavori di raddoppio della Ragusa – Catania, mentre dovrebbe concludersi entro fine 2024 il raddoppio della Caltanissetta – Agrigento.

Strade e ferrovie nel progetto del Ponte

E il progetto del Ponte comprende proprio opere stradali e ferroviarie. In particolare, a Messina, la tanto agognata tangenziale nord, 10 km di autostrada da Giostra a Ganzirri, che consentirebbero un fondamentale collegamento veloce con l’ospedale Papardo e l’intera zona. E poi 18 km di ferrovia, in gran parte sotterranea, sempre fino allo stesso punto di sbocco ma in questo caso a partire da via Santa Cecilia. Un’opera devastante per alcuni mentre, a poca distanza, di chilometri ferroviari sotterranei se ne stanno costruendo 40 senza proteste.

“Grande bluff”?

Secondo “Invece del Ponte”, però, il progetto “è un grande bluff”. Se così fosse è un bluff che non potrà durare a lungo. La società Stretto di Messina, dopo la richiesta di proroga, si dice pronta a inviare i documenti necessari a metà settembre, poi dovrà arrivare il responso sulla valutazione d’impatto ambientale. E dopo ancora, eventualmente, quello da parte del Cipess. Se di bluff si tratta, quindi, al massimo entro fine anno verrebbe smascherato. E se il Ponte non si può tecnicamente fare, come sostengono alcuni, vorrà dire che non si farà.

No alle giustificazioni

Se anche fosse un bluff, purtroppo non sarebbe il primo. La storia italiana è piena di annunci non rispettati sulle opere pubbliche e di progetti ipotizzati e non portati a compimento.

Che si faccia o non si faccia, sarebbe auspicabile attendere serenamente il responso sull’iter progettuale, senza trasformarsi in tifosi ad ogni minima trovata. Anche perché il progetto del Ponte, sia in questa fase che in un’eventuale fase successiva, non deve rappresentare una giustificazione per distogliere lo sguardo dal resto. Ponte sì o no, c’è tanto altro da fare per dare sviluppo al territorio, che secondo alcuni può bastare e secondo altri no ma, almeno su questa necessità, bisognerebbe essere tutti d’accordo e fare fronte comune.

Se ne parla da troppo tempo, con pochi fatti concreti, ma Messina deve continuare a perseguire, e auspicabilmente raggiungere prima possibile, alcuni obiettivi storici che possono contribuire al salto di qualità: uno, ad esempio, è in corso ed è il recupero del lungomare della Fiera, che nei programmi dovrebbe proseguire fino all’Annunziata. Ma siamo ancora fermi per la Zona Falcata e per tanti altri temi su cui negli ultimi venti o trent’anni si è proceduto troppo a rilento.

15 commenti

  1. Quindi? Sono concetti già espressi in analoghi, anche di lunghezza, articoli. Ma alla fine senza un costrutto particolare. Sembra abbastanza chiaro l’orientamento dell’autore dell’articolo riguardo al ponte. Ma come per altri articoli viene fatto un elenco di situazioni note a tutti mentre andrebbero date spiegazioni e notizie che evidentemente non ci sono.

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  2. Cittadino Amico 14 Maggio 2024 12:26

    Quello che si finge di ignorare è che la posizione dei NO PONTE, a prescindere, non è dannosa per la città come quella dei SI PONTE. Forse l’uomo della strada, ma anche il giornalista, non ha la piena percezione di quello che vorrebbe dire l’impatto sulla vita dei cittadini di un’opera di queste dimensioni. Non ce l’ha neanche lontanamente, la città schiava di tir, polvere, traffico, per almeno 20 anni…

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    1. Marco Olivieri 14 Maggio 2024 15:03

      Buongiorno,
      lo abbiamo scritto tante volte
      Cordiali saluti
      https://www.tempostretto.it/news/il-ponte-e-lincubo-di-una-citta-invivibile.html

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  3. A mio avviso l’avversione al ponte è motivata essenzialmente dalla volontà di tanti siciliani di “crogiolarsi” nell’immobilismo, in cui si sta male ma anche bene, perchè si ha paura di ogni cambiamento.

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  4. Francesco Cappello 14 Maggio 2024 15:30

    Ottimo intervento.
    Iniziamo, ad esempio, con un bel piano territoriale di riqualificazione e rilancio turistico della riviera. Solo per la progettazione del masterplan (auspicabilmente da affidare a progettisti messinesi), i passaggi burocratici fino all’approvazione definitiva, la gara d’appalto, ecc.,…….., fino all’inizio dei lavori sarebbero necessari 3 – 5 anni.
    Tempo da sprecare non ne è rimasto molto, col ponte ancora…….”in sospeso”.

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  5. Facciamo il ponte che tutto il resto verrà di conseguenza….
    Come credere a babbo natale.

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  6. Francesco Paolo Cimino 14 Maggio 2024 21:05

    Il dott Ipsale potrebbe arricchire le cose da fare con: il porto di Tremestieri, il complesso de ex ospedale Margherita, la sistemazione delle gallerie delle Autostrade. Acqua e fognature da Acqualadrone a Mortelle con milini stanziati da anni. La Sanderson ecc

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  7. francesco paolo cimino 14 Maggio 2024 21:42

    Quanta gente lavorerebbe se si facessero: approdo di Tremestieri,ripristino complesso osp Margherita ,ripristino gallerie autostrade (il Cas ha chiesto 3,5 milioni),il depuratore di Tono : (da a Acqualadrone a Mortelle senza acqua e fogne)icon milioni stanziati da annil ,la Sanderson con 7000 mq di tetto/amianto , il finanziamento Osp Publici cacciando i ladroni,i 3 traghetti veloci da 150m gia finanziati con 510 milioni per passare con i treni in 70 minuti e non in 130. tutto bloccato da Salvini Meloni a NOV 2023 , e poi la scritta in neretto per nessuna protesta per 40 km di gallerie per Ct Me,sono necessari !!!!.Legga il dott Ipsale le tavole della Soc Stretto che indicano a colori diversi il pericolo per le case sopra le gallerie.Nel solo tratto S. Cecilia Orto Botanico.Sono circa 950 case ! avremo l’Ex Fiera,,ma per 3 parcheggi a Paradiso? e la bretella di Giostra……

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  8. il ponte non si farà mai, non c’è giorno che non venga fuori un nuovo problema a dimostrare quanto sia vecchio e pressapochista il progetto di questa inutile opera. Come ha evidenziato Repubblica le società interessate alla costruzione del ponte hanno visto in pochi mesi le loro azione aumentare di valore anche del 30%, altro che Messina a guadagnare sono i soliti noti. Che i pilastri siano in una zona sismica e quello di Villa in particolare su una faglia è cosa nota e non smentibile, il vecchio progetto non ne tiene conto perché quella faglia è stata identificata da pochi anni mentre il progetto ne ha 15. Delle alghe preestoriche protette si sa da sempre ma si è deciso di ignorare il fatto, insomma non passa giorno che non ci sia un problema che sottolinei quanto il progetto del ponte sia vecchio, superato, raffazzonato e inaffidabile.

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  9. non passa giorno che un problema non sottolinei quanto sia vecchio, inadeguato, raffazzonato, impreciso e inaffidabile il progetto del ponte.

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  10. Crepuscolo post 1908 15 Maggio 2024 13:14

    E come sempre i pollici in su e quelli in basso dei commenti sono sempre in perfette equilibrio

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  11. messinese stanco 15 Maggio 2024 17:33

    A proposito di altro da fare….perché il CAS non provvede ad illuminare a led la Tangenziale di Messina da Tremestieri a Pomte gallo e tutti gli svincoli in entrata ed in uscita da tempo immemorabile al buio…..a sistemare ed riasfaltare la carreggiata in entrata da Messina dello svincolo fi Tremestieri, il viadotto bordonaro ed i suoi giunti il viadotto Guglielmo ad unica corsia da tempo immemorabile….
    FORZA CAS stupiscici….nel silenzio tombale di tutte le istituzioni cittadine….Tempostretto fai un bell’ articolo con video e foto naturalmente notturne ….abbiamo autostrade….da 4 mondo…..il terzo lo abbiamo abbondantemente passato.Grazie

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  12. “Un’opera devastante per alcuni mentre, a poca distanza, di chilometri ferroviari sotterranei se ne stanno costruendo 40 senza proteste.” Per alcuni??? Ma chi scrive le ha viste le tabelle allegate al progetto depositato al Ministero dell’Ambiente in cui sono elencate le tipologie di danni che potranno subire molti edifici che si trovano nelle zone interessate dal passaggio del tunnel ferroviario. Da una semplice “crepa” al collasso della struttura, edifici evidenziati in rosso in quest’ultimo caso. Forse non tutti hanno presente, o ricordano, che questa è una città di torrenti coperti, come appunto il Portalegni, che corre al di sotto della via Pietro Castelli: e guarda caso gli edifici più a rischio sono proprio là. Gli “alcuni” hanno dubque ragione ad opporsi a tutela delle loro case che sono l’espressione e il risultato di anni di onesto lavoro e sacrifici.

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  13. … articolo cerchiobottista ma anche possibilista ..

    .. la VIA può essere politicamente condizionata da chi al momento governa .. dài non siamo bambini di 2 anni ..💁🏻‍♂️

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  14. Attilio Regolo 18 Maggio 2024 20:39

    Tutti concentrati sia i si che i no ponte su aspetti e problemi di primo piano mediatico quali infrastrutture sicule e calabre connesse al ponte, impalcato Messina Type per macchine e treni , Torrioni di sostegno e appoggio per il sistema di cavi portanti, resistenza strutturale di tali cavi portanti, ma nessuno che faccia cenno al problema più subdolo e dirimente dell’intero schema progettuale unico al mondo e cioe le stazioni di ancoraggio a terra di trattenuta in sospensione dell’intera struttura galattica e la loro congiunzione alle sezioni terminali di suddetti cavi portanti e di cui noN esiste ancora un chiaro e definitivo schema progettuale.

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