Quei 20mila euro annui che il Comune paga all'Autorità Portuale. CMdb insiste

Quei 20mila euro annui che il Comune paga all’Autorità Portuale. CMdb insiste

Marco Ipsale

Quei 20mila euro annui che il Comune paga all’Autorità Portuale. CMdb insiste

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venerdì 01 Febbraio 2019 - 12:00

Il contenzioso riguarda le aree costiere comprese tra Boccetta e Annunziata

MESSINA – Quale sarà la governance della nuova Autorità di sistema portuale dello Stretto? Quali le competenze all’interno del sistema portuale nazionale? E soprattutto quale sarà la sua circoscrizione? Domande che Cambiamo Messina dal Basso ha posto già da luglio al ministro Toninelli con una lettera aperta, ancora rimasta senza alcuna risposta.

Focus, soprattutto, sulla circoscrizione territoriale:

1) In considerazione del fatto che comprende il territorio di due Regioni, sotto l’egida di quale delle due sarà posta?

2) La Calabria e la Sicilia hanno regimi giuridici e potestà legislative molto diverse, soprattutto la Sicilia ha competenza esclusiva sul demanio, ad eccezione delle aree che interessino la difesa, in parte per titolarità esclusiva ed in parte per potere delegato dallo Stato.

3) Connessa è la circoscrizione dell’attuale Autorità Portuale di Messina, che un discusso decreto ministeriale aveva individuato nelle aree demaniali, e specchio acqueo antistante, ricomprese “tra la foce del torrente Annunziata e la via Tommaso Cannizzaro”. Solo che, per la norma costituzionale dello Statuto Siciliano, il demanio in Sicilia appartiene alla Regione e lo Stato non ne può disporre se non per quella parte che interessa la difesa e per quella dei grandi porti di rilevanza nazionale, anche se gestita dalla Regione stessa. Contrariamente a quanto millantato, per cambiare questa situazione non è per nulla sufficiente né un “Accordo interistituzionale né un “Patto per la Falce”, occorre una legge di rilevanza costituzionale”.

Il porto storico è compreso tra la foce del Boccetta e la Stazione Marittima.

A nord, invece, “il fronte mare è occupato: oltre che da attività private quali: Circolo Thalatta; Circolo del Tennis e della Vela; Scalo Caronte&Tourist con annesso bar-pizzeria-tavola calda oltre a negozi di vario tipo, dalla Passeggiata a Mare; dal Quartiere Fieristico; dal parcheggio comunale con annesso il fabbricato già sede dell’ex IX quartiere; dalla villetta Belfiore; dal Parcheggio Annunziata e dal Parco Sabin, insieme meglio noti come “Punta Munnizza”, perché scaturita da una discarica d’inerti. Aree che non le dovrebbero appartenere (ma che cerca di legittimare prevedendo nel tanto atteso prp delle opere marittime che in gran parte saranno trasformate in edilizia abitativa), l’Autorità Portuale percepisce cospicui canoni concessori, sia dai privati che dallo stesso Comune di Messina, che paga circa 20mila euro l’anno”.

In particolare: 4.000 euro l’anno per Villa Sabin, 2.300 euro per il parcheggio Annunziata est, 1.450 euro per il lungomare del Ringo, 2.600 euro per l’ex Gasometro, 600 euro per la sede abbandonata dell’ex IX quartiere, 5.500 euro per la Passeggiata a mare, 3.000 euro per impianti e cabine elettriche.

Cambiamo Messina dal basso ha avanzato a tal proposito osservazioni alla Valutazione ambientale strategica del nuovo piano portuale e ora si rivolge alla deputazione nazionale del Movimento 5 Stelle, “in considerazione del fatto che basterebbe un semplice decreto del loro ministro Toninelli”, per modificare la circoscrizione della nuova Authority, “lasciando le rimanenti aree demaniali alla libera fruizione pubblica a vantaggio dei messinesi”.

“La nuova Amministrazione comunale, che sventola un probabile dissesto finanziario – conclude il movimento -, recentemente, per bocca dell’assessore Musolino, dichiara di aver già scritto in bilancio il pagamento, in favore dell’Autorità Portuale, di canoni concessori di aree che dovrebbero essere dei messinesi, con conseguente danno patrimoniale per la città. Non è un paradosso che un ente pubblico (peraltro in procedura di pre-dissesto) si trovi a pagare un altro ente pubblico per permettere ai propri cittadini di usufruire di aree, necessarie per la qualità della vita e lo sviluppo sociale ed economico del tessuto urbano, storicamente di propria competenza?”.

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