Nel cuore degli espropri. "Non perdiamo solo le case ma la bellezza dello Stretto" VIDEO

Nel cuore degli espropri. “Non perdiamo solo le case ma la bellezza dello Stretto” VIDEO

Silvia De Domenico

Nel cuore degli espropri. “Non perdiamo solo le case ma la bellezza dello Stretto” VIDEO

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sabato 06 Aprile 2024 - 07:00

Il ponte. Dietro quelle 1500 pagine c'è la vita delle persone. Ecco i timori e la rabbia dei cittadini di Torre Faro

servizio di Silvia De Domenico

MESSINA – C’è chi rischia di vedere la propria casa demolita e chi potrebbe subire solo l’asservimento. Chi conosceva questa sorte da più di 20 anni e chi lo ha scoperto solo 20 giorni fa. Sono storie di vita che cambieranno per sempre. Comunque la si pensi rispetto al Ponte sullo Stretto, c’è in ballo il futuro di un’intera comunità, di un borgo e di un migliaio di famiglie che vivono con questa spada di Damocle sulla testa.

I cittadini di Torre Faro: “La bellezza è già qui, senza bisogno di ponte”

Siamo stati a Torre Faro, nel cuore degli espropri. “Non ci toglieranno solo case, terreni, proprietà, attività commerciali ma la bellezza dello Stretto”, raccontano rappresentanti e membri del comitato No Ponte Capo Peloro. La residente Marianna Giuffrida ci racconta di essere stata la prima fra Messina e Villa San Giovanni a contattare la Stretto di Messina per prendere un appuntamento presso gli uffici del Palacultura. Sarà ricevuta, infatti, alle 15 di lunedì 8 aprile e per prima cosa chiederà cosa comporterà l’asservimento di parte della sua casa.

FARO ESPROPRI

“Chi lo sapeva da 20 anni e chi come me solo da 20 giorni”

La concittadina Carmela Licastro racconta di aver acquistato il terreno e poi costruito la sua casa solo di recente, proprio perché l’area in cui vive non rientrava fra quelle da espropriare. O meglio così credevano lei e la sua famiglia. Pochi giorni fa l’amara sorpresa: la loro casa e i sacrifici di tutta la vita rischiano di finire in macerie.

“È da un po’ che non ci dormo la notte”

Poi incontriamo Rosa Cattafi a passeggio con il cane. Non vuole crederci, non ci dorme più la notte. La casa che sognava sin da bambina e che finalmente è riuscita ad acquistare potrebbe essere demolita. “Ci dicono che verranno da tutto il mondo per ammirare la bellezza del ponte, ma la bellezza è già qui. È lo Stretto, senza bisogno di nessun ponte”, conclude.

“Con la lista degli espropri la città si è risvegliata”

Al loro fianco ci sono i coordinatori del comitato No Ponte Capo Peloro: Mariella Valbruzzi e Daniele Ialacqua. Con la pubblicazione del lungo elenco degli espropri, c’è stato un risveglio da parte di tutta la città: dietro quelle 1500 pagine c’è la vita delle persone. Il coinvolgimento di territori come Contesse, Annunziata o Villafranca, ha fatto molto discutere negli ultimi giorni.

“Quando andavamo ad informare la gente di queste zone non venivamo creduti, pensavano raccontassimo bufale. Invece avevamo le carte e cercavamo solo di informare”, racconta Valbruzzi. “Qua diventerà invivibile, il ponte rischia di dare il colpo di grazia a questo territorio”, dice l’ex assessore Ialacqua, mentre mostra la mappa aggiornata degli espropri di Torre Faro.

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3 commenti

  1. Quanto di bello descritto in questo articolo lascia tristi una gran parte di questa città. Un domani, spero e sono sicuro, diranno che scempio è stato procurato alla natura e al futuro di questo territorio per un capriccio politico che non interessa nessuno ma che favorisce di certo e ci lascia solo il ricordo storico di un panorama stupendo che non ci sarà più per dei barbari calati dal nord.

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  2. E’ un grande scempio solo per questo territorio e i suoi abitanti ma per l’Europa e’ una grande sfida e una meravigliosa conquista di immenso valore politico, architettonico ed economico. Tra i documenti secretati presumo che sia previsto l’intervento della polizia europea per caricare i manifestanti e un lavoro di intelligence per stroncare sul nascere solo quelle strategie di resistenza che possano funzionare davvero e lasciare credere che il popolo sia libero di manifestare.

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  3. Diciamo che la città si è risvegliata quando sono stati toccati precisi (e pochi) interessi privati. Direi che non c’è da essere lieti….

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